La Conferenza internazionale coordinata da GVC Tunisia, oltre al successo di partecipanti, ha raggiunto un risultato fondamentale per lo sviluppo di questo importante settore: far dialogare direttamente e per la prima volta Governo e grandi istituzioni con le piccole associazioni locali. Decise a non farsi mettere da parte.

Oltre 150 le persone che hanno partecipato alla due giornate di lavori, entrambe con una programmazione fitta di interventi. 20 i giornalisti che sono intervenuti, per la maggior parte specializzati in economia. Ottima la copertura da parte della televisione nazionale generalista, con un reportage trasmesso nel telegiornale serale delle 20, visto da una media di 4 milioni di persone.  Inoltre, diverse televisioni private hanno incluso l’evento fra le notizie, che sono circolate anche su diversi siti web di informazione*.

Nella sede di GVC a Tunisi si snocciolano i numeri che permettono di tirare il fiato dopo settimane intense di preparazione dell’importante appuntamento che ha concluso la prima parte del progetto “Eco de Femmes – l’Eco di un’altra economia”, guidato da GVC con la partecipazione di CEFA, Nexus e COSPE e co-finanziato da Unione Europea, Regione Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige. La conferenza è stata un'opportunità per sostenere lo sviluppo di un'economia partecipata e inclusiva, come ha ricordato nel suo intervento Roberta Trovarelli, responsabile internazionalizzazione di Legacoop Emilia-Romagna, dal tavolo dei relatori: "La cooperazione emiliano-romagnola ha sempre profuso un forte impegno promuovendo e sostenendo progetti di cooperazione internazionale come quelli portati avanti in questi ultimi anni dalle ONG promotrici del convegno. Siamo a Tunisi, convinti che la cooperazione sia uno strumento importante di emancipazione economica, delle donne e di sviluppo democratico".

Finalmente si può dire ad alta voce che sia stato un successo, anche se non è stato facile coordinare sia i diversi soggetti (dai Ministri del Governo tunisino a grandi sindacati e microcooperative locali) sia i diversi tavoli tematici, con interventi e workshops che si sono succeduti a ritmi serratissimi. Ma l’obiettivo è valso lo sforzo, perché per la prima volta nella storia della Tunisia democratica si è assistito ad uno scambio e ad una condivisione fra soggetti che difficilmente hanno occasione di incontrarsi nella loro vita quotidiana, e tanto meno di confrontarsi.

Si può dire che la prima “sfida” contenuta nel titolo della Conferenza internazionale sia stata vinta, mettendo in comune e facendo dialogare gruppi di persone ed organizzazioni pubbliche e private che hanno avuto modo di riscontrare interessi comuni sulla tematica centrale del convegno, cioè il settore dell’economia sociale e solidale. È stato quindi sancito pubblicamente che la Tunisia è pronta ad investire in questo settore potenzialmente vincente, e che potrebbe dare risultati davvero sorprendenti per una crescita economica equa e sostenibile, in grado di coinvolgere i gruppi attualmente più vulnerabili dal punto di vista lavorativo, cioè le donne e i giovani.

Nella parole di Kamel Jendoubi, Ministro della Relazione con le Istanze Costituzionali, la Società civile ed i Diritti Umani della Repubblica Tunisina che ha patrocinato l’evento: “L’economia sociale e solidale ha un grande impatto sociale sia sulle iniziative personali che su quelli di gruppi o associazioni, non è solo un concetto economico innovativo, ma un bisogno e una necessità per la Tunisia di oggi”.

Un altro momento cruciale di discussione è ruotato attorno alla necessità di implementare un quadro legislativo appropriato, già in fase di presentazione. In questo senso, le esperienze di altri paesi, come l’Italia, rappresentata da diverse esperienze cooperative di successo con gli interventi di rappresentanti di Legacoop e di altri soggetti del territorio emiliano-romagnolo, possono essere di grande utilità, se prese a modello.

Questo ha sottolineato nel suo intervento Kacem Afaya, responsabile delle relazioni internazionali dell’UGTT, il sindacato vincitore del Nobel per la Pace nel 2015, che ha aggiunto: “La legge organica sull’ESS è fondamentale, soprattutto per il finanziamento e la protezione dei progetti imprenditoriali. E’ necessario garantire indipendenza e possibilità di partecipazione a tutti i soggetti interessati”.

Queste parole sono state accolte molto positivamente soprattutto da parte delle piccole organizzazioni della società civile e delle cooperative presenti, fra cui le rappresentanti delle cooperative femminili rurali che sono sostenute nel loro sviluppo imprenditoriale da GVC (nonché acclamatissime protagoniste del documentario “Eco de Femmes” prodotto da GVC e proiettato alla conferenza).

Queste realtà in apparenza meno “autorevoli” hanno chiaramente espresso, nella sede della conferenza, la loro volontà di essere rese più partecipi nel processo legislativo che porterà all’approvazione della legge. È stato quindi lanciato un chiaro appello alle istituzioni presenti, governative e non, affinché agiscano in modo democratico, trasparente e orizzontale in questo ambito.

Come GVC, ce lo auguriamo di cuore, e continueremo a sostenere lo sviluppo del settore nelle aree rurali della Tunisia a supporto in particolare di giovani e donne, convinti che sia un ottimo strumento e campo di attuazione per uno sviluppo economico sostenibile, equo e solidale.