Isolate. Spesso vivono in aree rurali, circondate dal nulla. Le donne non possono studiare, sono inchiodate in fondo alla scala sociale. Spesso subiscono inermi gli effetti di guerre e povertà. Ma ovunque hanno la forza di trasformare un’occasione di crescita in lavoro, una possibilità in cambiamento. Quando combattono per l’autodeterminazione e, insieme a GVC, acquisiscono strumenti per essere autonome, gli effetti sulle loro vite, sull’economia e le comunità, si moltiplicano.

 

 

DONNE NATE NELLE AREE RURALI      “Per uscire dallo stato di dipendenza, chiediamo scuole, prima di tutto, centri di formazione. E ospedali” dice Zina. E’ solo una delle donne che GVC sostiene nella lotta per l’autonomia e che vivono nelle aree rurali di Sidi Bouzid e Kasserine, in Tunisia. Qui, analfabetismo e burocrazia rappresentano un ostacolo insormontabile per chi come lei vorrebbe smarcarsi dallo sfruttamento del lavoro sui campi e trovare un’occupazione. Eppure, nonostante non ci sia un quadro normativo che favorisca la creazione di cooperative, piccoli gruppi di donne si sono organizzati. Alcuni lavorano alla produzione e vendita di tappeti. E contemporaneamente cercano di formarsi. Perché nel dna delle donne di tutto il mondo c’è scritto tenacia. C’è scritto resilienza. E così, nei campi in Libano, le donne siriane studiano insieme a GVC per diventare fotografe, truccatrici, parrucchiere. Sulle Ande, tra i pastori, ci sono giovani come Roxana che, dopo aver studiato e frequentato un corso con GVC, sono diventate punto di riferimento per la comunità e cuore gestionale e operativo di una cooperativa che alleva alpaca e ne commercializza la fibra.

 

EMPOWERMENT DELLE DONNE E COMUNITA'      Diritto alla sicurezza alimentare, all’istruzione, alla salute: spesso sono le donne a interpretare i bisogni delle comunità e a trovare la via per lo sviluppo. E’ stato così in Burundi, dove oggi non ci sono più solo maman lumiére, ovvero madri che hanno insegnato alla comunità a proteggere i bambini dalla malnutrizione, ma anche i primi “papà lumiére”. Sono uomini che le donne sono riuscite a sensibilizzare e a coinvolgere nella difesa della salute e della sicurezza alimentare tra le comunità. Una reazione a catena nella società è stata innescata anche da quelle stesse donne che sono state vittime di violenza e che, grazie alla campagna di sensibilizzazione che GVC sta realizzando in Nicaragua, dicono “No es normal!” alle giovani che non riescono ancora a riconoscere alcune forme di violenza, soprattutto quella psicologica e economica. Perché vedersi sottrarre il proprio salario o i propri beni personali è normale in aree rurali in cui gli abusi sono all’ordine del giorno e spesso rimangono impuniti.

 

LE DONNE NEL MONDO      GVC invece crede in un mondo in cui siano le donne a guidare il cambiamento. “Rendere autonome economicamente le donne è essenziale per far loro acquisire peso specifico e aiutarle a reagire alla loro condizione di vulnerabilità. Ma non basta: è la capacità di far capire loro che valgono e di restituire loro il grado di autostima che meritano a fare la differenza”- ha spiegato Dina Taddia-. Promuovere la nascita di iniziative auto imprenditoriali e cooperative a governance femminile è per GVC un modo per intervenire sulle società, agendo indirettamente anche sulla mentalità. Perché siamo convinti che le donne siano capaci di risvegliare nella collettività le risposte ai bisogni là dove è un privilegio anche porsi delle domande”.

Bologna, 05 03 2018 

 

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