Vergogna, rabbia, sgomento.
Le prime parole, forse le sole possibili, al cospetto della tragedia di Lampedusa.
Al giusto lutto nazionale, al dolore, alla vergogna devono però poi seguire atti concreti per prevenire altre simili tragedie, che non sono l’effetto di catastrofi naturali, ma di inerzia, di mancanza di coraggio, di assenza di politiche concrete a sostegno dei rifugiati e dei migranti, in Italia e in Europa.
Nella quasi indifferenza delle istituzioni europee e dei singoli stati, chiusi nei loro egoismi e nella protezione, illusoria dei loro privilegi e del loro benessere, la giusta distribuzione della ricchezza e del benessere mondiale e la solidarietà umana rimangono parole morte: scritte solennemente nei documenti ma mai applicate nelle scelte politiche.
Il dramma umano, l’orrore e la vergogna ci devono sollecitare a guardare realtà che per troppo tempo abbiamo sottovalutato, voluto ignorare.
La fuga dalla Siria, dalla Somalia, dall'Eritrea non avviene per piacere, ma perché scontri armati, distruzioni, morti, rigide dittature, decidono il destino delle persone, la possibilità di vita o la loro morte.
Vorremmo poter parlare alle famiglie delle vittime incontrarle, promettere che non le scorderemo. Forse tra queste famiglie ce ne sono alcune con le quali lavoriamo da decenni, in paesi martoriati dove a pagare sono sempre i più poveri e i meno protetti.
Possiamo spingere l’Italia, l’Europa e la comunità internazionale a rivedere, e presto, leggi e decisioni politiche sulle migrazioni e la protezione delle persone migranti e alla ricerca di rifugio. Insistere per ottenere un’inversione di rotta nelle decisioni e nella gestione delle crisi da parte della Comunità Internazionale, spesso inconcludente.
Al nostro governo chiediamo l’assunzione di impegni concreti, legislativi e umanitari e di convocare nel più breve tempo possibile una conferenza nazionale su migrazioni e cooperazione internazionale, per indicare una strada da percorrere, accogliere e ascoltare proposte da parte delle ONG, delle Associazioni di Migranti, della società civile e per dare un segnale concreto che l’Italia e l'Europa, dopo il lutto, vogliano davvero voltare pagina.

Comunicato Stampa di Link 2007 , la rete delle ong Italiane impegnate nella cooperazione allo sviluppo e nell'aiuto umanitario alla quale GVC aderisce.