Tra le attività previste dal nostro progetto Pastores Andinos - creatori dello spazio economico e dell’integrazione alimentare andina”, avviato nel 2014, vi era la realizzazione di uno studio socio economico approfondito che indagasse il sistema di vita degli uomini di altura.

Del resto, il progetto di durata triennale, coinvolge  le organizzazioni di allevatori di camelidi, i governi locali, regionali e nazionali di Argentina, Bolivia, Ecuador e Perù con la finalità di incrementare le conoscenze in campo alimentare partendo dal sapere locale, incentivare la creazione di nuove politiche a promozione e sostegno dell’economia locale, nonché salvaguardare il diritto al cibo attraverso la partecipazione delle comunità di riferimento.

Lo studio che ha trovato il sostegno della Commissione Europea, è finalmente volto al termine.

Perché uno studio sui Pastores Andinos?

Nella consapevolezza che l’attività di allevamento di camelidi sia parte integrante della tradizione e della cultura dei paesi andini, l’intento dello studio è stato quello di far luce sia sulla situazione socioeconomica, sia sui sistemi di vita degli allevatori stanziati a ridosso delle Ande, in una delle aree geografiche più impervie di tutto il Sudamerica.

Il punto di partenza della ricerca è stato quello di considerare i sistemi di vita dei pastores andinos nel loro complesso, ovvero come una totalità di elementi che li caratterizza dal punto di vista storico e socio antropologico.

In altre parole ci si è proposti di studiare e conoscere in modo approfondito la situazione delle popolazioni dedite all’allevamento di camelidi e i loro meccanismi di inclusione sociale ed economica, nel quadro delle dinamiche culturali, intra famigliari, intergenerazionali e di genere.

Cosa abbiamo scoperto sui Pastores Andinos?

Ad oggi l’allevamento è perlopiù in mano a piccoli produttori proprietari di greggi, anche se è mantenuta la proprietà collettiva della terra. La divisione sociale del lavoro fa perno sulla divisione di genere - le donne e i bambini si dedicano alla pastorizia, mentre gli uomini provvedono alla commercializzazione dei prodotti tessili grezzi derivati. Infine, il nomadismo tipico di queste comunità alto andine è stato progressivamente abbandonato in favore di una graduale tendenza alla conformazione di piccoli centri abitativi.

In questo quadro si inseriscono considerazioni non meno importanti e attinenti alle difficoltà che queste popolazioni, dalle immense risorse personali e comunitarie, vivono: gli allevatori di camelidi e le loro famiglie rappresentano uno dei settori più poveri e marginali della società dei paesi sudamericani oggetto di esame. Alti tassi di analfabetismo, insicurezza alimentare e criticità a livello igienico-sanitario rendono gli uomini d’altura estremamente vulnerabili.

Un popolo sconosciuto al suo stesso paese

Ciò che è emerso dallo studio effettuato evidenzia che, nonostante l’attività di allevamento di camelidi faccia parte della storia e della cultura dei paesi andini, la maggior parte della popolazione urbana di Argentina, Bolivia, Ecuador e Perú non conosce i sistemi di vita di coloro che si dedicano a questa attività - chi sono, cosa producono, come lavorano e come riescono a vivere in condizioni di isolamento.

La ricerca effettuata nei quattro paesi ha inoltre consentito di indagare la realtà pastorale, le sue potenzialità e i suoi limiti.

Dal punto di vista prettamente socioeconomico si sono registrate contraddizioni insite nel modello di produzione e commercializzazione dei prodotti derivati dall’allevamento, soprattutto la mancanza di canali commerciali equi sul mercato dell’esportazione, rispetto ai quali, difatti, è in atto un percorso per l’attuazione di politiche di miglioramento, nazionali e regionali, condivise e partecipate.

Sotto l’aspetto delle dinamiche economiche e ambientali invece, va incentivato il trasferimento di nuove tecnologie, naturalmente includendo le produzioni tradizionali nel rispetto delle pratiche, costumi e consuetudini  dei pastores andinos.

In ultimo, per ciò che riguarda la conservazione del sistema di vita delle famiglie alto andine, va portata avanti un’attività di divulgazione e di conoscenza della realtà pastorale nella società urbana e rurale, assicurando al contempo, tramite politiche di welfare ad hoc, condizioni di vita migliori.