Non c'è pace per il Nepal. Dopo le scosse di assestamento dei giorni scorsi, oggi ne è arrivata una fortissima, di magnitudo 7.3, attorno alle nostre ore 10 (14 ora locale), con epicentro nel nord est, a Namche Bazar, vicino al monte Everest. 

Abbiamo ricevuto subito la notizia dalla nostra coordinatrice Erica Beuzer, in Nepal dal 1 maggio per le operazioni di emergenza di GVC. Fra tagli di elettricità e black out, i nostri operatori hanno cercato di chiamare amici e parenti vicini all'epicentro e nella capitale, e di calcolare gli ulteriori danni.

Proprio stamattina su tutte le reti nazionali era stata diffusa l’informazione che ormai il pericolo era scongiurato e che le persone sarebbero potute rientrare in casa" ci racconta Erica "Poi la scossa ci ha fatto ballare come se fossimo su una nave. Una nostra collega era ad un riunione, ed il palazzo da cui ha fatto appena in tempo ad uscire si è incrinato pesantemente”.

Tantissima paura, era l’ora di pranzo e tutta la popolazione è uscita in strada con la terra che ondeggiava sotto i piedi. Anche perché le scosse sono poi state due “La prima non è durata molto, ma si è avvertita molto forte” continua Erica “Abbiamo ripreso a mangiare, e dopo qualche minuto, la seconda, fortissima. Ci siamo avviati in strada, a Lazimpat, una via centrale: tutti camminavamo sulla linea bianca centrale per tenerci il più lontano possibile dai palazzi. Una lunga fila di persone. Serrande dei negozi già abbassate ovunque. Poi tutti assiepati nei giardini e negli spazi aperti”. Oltre ai danni, che per ora non si riescono a calcolare con esattezza, sono i nervi ad essere a pezzi. Erica ci racconta che prima della scossa stava visitando una stanza in cui alloggiare; al conoscente che l'accompagnava improvvisamente sono cadute le chiavi di mano e si è appoggiato alla parete, pensando ad una scossa. Era solo l’ascensore. Reazioni del genere erano all'ordine del giorno già prima di oggi, ora lo stress è altissimo.

Alle 18 di oggi le strade normalmente trafficatissime erano quasi deserte, di solito pullulano di moto e di macchine. In questo momento solo pochi negozi di generi alimentari rimangono aperti per permettere di fare gli ultimi acquisti. Le persone stanno già predisponendo ripari di fortuna per la notte fuori. Kathmandù, come gli altri distretti, si prepara all'ennesima notte insonne”.

La preoccupazione del GVC è che questo terremoto non finisca. In queste condizioni non è facile attivarsi con efficacia né pensare ad una ricostruzione. Oltre ai nervi della popolazione fortemente traumatizzata, c’è una distruzione totale soprattutto in quelle che sono le aree di montagna e nei distretti fuori dalla capitale che hanno sofferto molto questo terremoto. GVC proprio lo scorso fine settimana era stato in ricognizione a Rasuwa, nel nord del paese, nei villaggi situati anche a 5000 metri di altezza ed aveva trovato una situazione desolante. La nostra équipe è stata la prima a riuscire ad arrivare via terra, portando i primissimi soccorsi dove erano arrivati solo gli elicotteri. Il 95% delle case crollate, frane dalla montagna e scarsità di qualsiasi bene. Dopo la forte scossa di oggi, gli edifici già danneggiati o pericolanti sono crollati. Si temono altre scosse, che avrebbero conseguenze disastrose.

Se il supporto al Nepal già poverissimo era fondamentale prima, adesso siamo davvero di nuovo in emergenza come lo scorso 25 aprile: c’è bisogno della mobilitazione solidale di tutti. Chi volesse può fare una donazione attraverso il conto corrente bancario EmilBanca Codice IBAN IT 19 H 07072 02411 045000092736 o sul sito www.gvc-italia.org.

Questa notizia si inserisce nel quadro delle iniziative coordinate da AGIRE – Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, all’interno dell’appello di risposta al Terremoto in Nepal. AGIRE è il coordinamento di 10  tra le più importanti organizzazioni non governative che rispondono in maniera congiunta alle gravi emergenze umanitarie. Maggiori informazioni su www.agire.it