Vi raccontiamo la storia di Shaza Hendeeq, una bambina di 5 anni che vive a Khan Younis con i suoi genitori. Shaza ogni giorno accompagna suo padre, sul loro carretto trainato da un asino, a un impianto di desalinizzazione per prendere l’acqua potabile. La loro odissea è iniziata l’anno scorso in seguito all’operazione Margine Protettivo, che ha causato la morte di 1.492 civili palestinesi e danneggiato gravemente le infrastrutture idriche del territorio; durante la guerra Shaza e la sua famiglia erano obbligati a usare il carretto tutti i giorni per procurarsi l’acqua – cosa che ha reso Shaza molto più matura dei suoi 5 anni.

Ascoltando Shaza mentre parla della sua vita durante l’ultima guerra si capisce immediatamente che le è stata negata un’infanzia normale. Shaza era cosciente dei rischi che correva sul carro, mentre andava a prendere l’acqua con suo padre; sapeva che avrebbero potuto non tornare.

Raccontando la sua storia, Shaza dice: “All’inizio ero entusiasta all’idea di uscire di casa. Mio padre mi chiese aiuto a sollevare le bottiglie d’acqua e io dissi subito di sì. Aspettammo fino a sera e poi uscimmo a preparare il carretto. Poco dopo esserci messi in viaggio, il mio entusiasmo iniziò a diminuire. Vedevo mio padre spaventato e teso. All’andata non accadde nulla, ma sulla via del ritorno sentimmo dei bombardamenti. Mio padre mi strinse cercando di proteggermi, ma il rumore dei bombardamenti si faceva sempre più vicino e mio padre non poteva fare altro che tenermi tra le braccia, sempre più stretto. In quel momento realizzai che quel viaggio non era un gioco”.

Sfortunatamente il problema non è cessato con la fine del conflitto, anzi. Shaza e la sua famiglia continuano ad andare a prendere l’acqua ogni giorno. Temono che arrivi un’altra guerra, e riempiono taniche e taniche per prepararsi al peggio.

Shaza e la sua famiglia sono solo un esempio della crisi idrica a Gaza dopo l’ultima guerra. La Striscia di Gaza sta combattendo una battaglia senza fine sull’acqua. La situazione continua a peggiorare e dall’alto non vengono presi provvedimenti per risolverla.

Il report sullo stato delle risorse idriche di Gaza, pubblicato dalla Palestinian Water Authority, indica che solo il 3,8% dell’acqua domestica fornita dalle municipalità è potabile.

L’unico modo per ottenere acqua potabile è dai pochi impianti di desalinizzazione situati nelle province della Striscia. Secondo la Palestinian Water Authority ci sono 150 impianti sparsi per il territorio – ma la realtà è molto diversa. Gli impianti a disposizione dovrebbero fornire acqua potabile ad una popolazione di un milione e mezzo di Gazawi.

A Gaza le cose non vanno come nel resto del mondo, nemmeno quelle più semplici. Un gesto quotidiano come prendere un bicchiere d’acqua dal rubinetto non è affatto scontato.

 

GVC continua a sostenere la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, durante l’emergenza idrica. Scopri di più.