LIBERTA' PER GABRIELE DEL GRANDE.      GVC si unisce all’appello alle autorità turche per un immediato rilascio di Gabriele. Amico, giornalista e regista, ha da sempre sostenuto con la sua presenza e testimonianza il Terra di Tutti Film Festival, organizzato in collaborazione con COSPE a Bologna, dove ha presentato il suo film “Io sto con la sposa”.

 



 

L'APPELLO DI GVC     “Conosciamo la serietà del suo lavoro, le sue qualità umane e professionali e lo spirito con il quale si sta dedicando al suo nuovo progetto che intende raccontare le storie di chi è costretto a fuggire dalla Siria - dichiara Dina Taddia, presidente dell’ong-. Viviamo con grande preoccupazione la sua condizione attuale, soprattutto in seguito alla decisione di intraprendere lo sciopero della fame, e chiediamo che venga liberato subito”.

IN ISOLAMENTO DA 10 GIORNI     Fermato dalla polizia mentre svolgeva il suo lavoro al confine tra Turchia e Siria, nella provincia di Hatay, Gabriele è stato poi trasferito a MuÄŸla. Qui, si trova in stato di fermo dal 9 aprile, senza che gli sia data alcuna certezza in merito al rimpatrio. Ieri Gabriele, nella sua prima e unica comunicazione con la compagna, ha annunciato l'inizio del suo sciopero della fame e ha richiesto espressamente la mobilitazione della società civile, in difesa dei suoi diritti. Costretto a continui interrogatori, il reporter si trova in stato di isolamento in un centro di identificazione ed espulsione. Nonostante le ripetute richieste, non ha potuto parlare con nessun avvocato nè con le autorità italiane.

 



 

LA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA     GVC ha accolto il suo appello alla mobilitazione affinché vengano rispettati i suoi diritti e ha deciso di essere in prima linea alla manifestazione che si terrà il 20 aprile alle 18 in Piazza del Nettuno a Bologna e invita tutti a partecipare.

LE RICHIESTE ALLE AUTORITA'     In piazza, la società civile chiederà alle autorità turche di garantire subito a Gabriele diritti minimi quali un colloquio con un avvocato, un incontro con le autorità consolari, la possibilità di telefonare e di conoscere le ragioni del suo stato di fermo, nonché di essere messo a conoscenza di quali siano i tempi del suo rilascio