Dorotee, Francine e Menedore sono tre donne, tre “mamme lumière” che insieme a GVC si impegnano per lottare contro la malnutrizione infantile nelle loro colline. In Burundi, piccolo paese nell’Africa dell’Est, nonostante le sue verdeggianti colline e i piccoli appezzamenti di terra ben delimitati, due terzi dei bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione cronica, uno dei tassi più alti al mondo. 

 

CHI SONO         Le “Mamme Lumière” rappresentano un punto di riferimento fondamentale e un vettore di cambiamento per le comunità in quanto portatrici di comportamenti devianti positivi in grado di diffondere pratiche alimentari e igieniche adeguate ad assicurare un miglior nutrimento ai bambini e a tutta la famiglia. GVC in Burundi ha sempre lavorato nel campo della salute pubblica e negli ultimi anni, prima con finanziamenti ECHO e UE e attualmente con finanziamenti dell’Ambasciata olandese, continua il suo impegno contro la malnutrizione infantile e la promozione di buone pratiche alimentari e sanitarie, attraverso un approccio basato principalmente sul coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e in particolare sulla valorizzazione del ruolo delle donne.

 

DOROTHEE,          della collina Mparambo in Provincia di Cibitoke, si sente fiera del suo ruolo “Ora ho un posto importante nella comunità, i genitori dei bambini che hanno partecipato alle FARN mi ringraziano tutti i giorni per il mio lavoro”. La strategia di lotta di GVC contro la malnutrizione riguarda l’applicazione della metodologia delle FARN e la promozione di attività di sensibilizzazione sull’importanza dell’educazione alimentare come elemento fondamentale per uno sviluppo globale e stabile.

 

FRANCINE,          della collina de Kayange in provincia di Bubanza, sostiene che “il programma è molto utile perché tutti i bambini che hanno seguito le FARN hanno recuperato una buona salute e i loro genitori si mostrano più preparati e attenti. Il livello di igiene è migliorato in quasi tutte le famiglie. Anche sulla pianificazione familiare alcune persone hanno iniziato a seguire i nostri consigli. Però ci sono ancora molte madri che non hanno il coraggio di presentarsi e i loro figli sono ancora malnutriti”.

 

MENEDORE         “Le FARN hanno salvato molti bambini e i genitori sono riconoscenti. I messaggi sull’igiene e l’alimentazione equilibrata sono stati molto utili. Anche gli orti familiari sono un grande aiuto per le famiglie”, a raccontarlo è Menedore della collina di Gitaza in provincia di Rumonge. L’approccio FARN consiste nel fornire alla comunità tutti i mezzi umani e materiali per poter intervenire in caso di malnutrizione in maniera autonoma. Le “Mamme Lumiere”, dopo una prima fase di formazione e accompagnamento, prestano il loro servizio volontario alla comunità. Ma il loro ruolo oltre che gratificante è anche impegnativo. Dorothèe ci spiega che “alcune volte i contributi della comunità per le FARN sono scarsi e anche i capi delle colline sono poco partecipi e allora tutto ricade su di noi. Noi siamo volontarie ma anche noi viviamo in condizioni di povertà e dobbiamo badare anche alle nostre famiglie”. Anche secondo Menedore “sono fiera di quello che faccio, ma 12 giorni di lavoro nelle FARN sono tanti e risulta duro soprattutto quando dobbiamo utilizzare i nostri mezzi”. Per questo GVC, col nuovo progetto Kura Kibondo, finanziato dall’ambasciata olandese,  si impegna per il diritto dei bambini all’alimentazione, non solo sensibilizzando le mamme sull’importanza di un’alimentazione sufficiente e diversificata per i loro figli, ma anche dando loro i mezzi per mettere in pratica questi principi grazie a micro-realizzazioni solidali come gli orti familiari, l’allevamento di pollame, la produzione di funghi e altre attività generatrici di reddito.


Bologna, 10 05 2018