Più di 4mila euro. E' la cifra che il motoviaggiatore Giulio Romito, alias Elpazo, ha donato alla campagna #Gocciaagoccia di GVC grazie al crowdfunding avviato per il suo viaggio in solitaria fino in Mongolia, conclusosi 300 km prima della meta prevista a causa di un problema alla moto. Un'esperienza fatta solo per beneficenza. Una competizione volta unicamente a sensibilizzare alla necessità di sostenere la popolazione siriana, garantendo accesso all'acqua soprattutto ai bambini. E grazie ai fondi raccolti da lui, GVC ora potrà acquistare 150 zainetti e 52 kit con materiali pedagogici: dal mappamondo agli strumenti per la geometria. Perché, come recita la campagna #Gocciaagoccia, "senza acqua non c'è scuola".
UNA CORSA PER LA SIRIA E' stato in viaggio per
370 ore e in movimento per
177. Con la sua moto, ha percorso
13.759.58 km. E' partito da solo, è tornato con il ricordo di tante persone. In sella a “Kiddo”- così il fotografo Giulio Romito chiama la sua Honda Transapl- ha attraversato
Francia, Gran Bretagna, Belgio, Germania, Austria, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan e Kazakistan. Da solo. Con
qualche t-shirt e un paio di pantaloni nello zaino e in testa un casco con su scritto “Elpazo”. Tanta la voglia di correre. Non per una competizione agonistica, però.
Perché più che una sfida con se stesso è stata una scommessa di solidarietà lanciata a chi lo ha seguito sui social, notte e giorno, durante questi mesi di viaggio. Significativo che tutto sia iniziato con il motto del
Mongolrally2017 “
If nothing goes wrong, everyting has gone wrong”. Del resto, “Alla corsa ha partecipato gente molto più pazza di me – spiega Giulio- Alcuni con mezzi improbabili,
con macchine senza sportelli o ricostruite dal nulla e vecchie cento anni”. Tanti gli imprevisti, lungo la via. Ma di questo lui ne è fiero perchè - ci ha detto- “
da un lato maledico la mia moto per essersi rotta, dall'altra la benedico perché diversamente non avrei avuto tempo per fermarmi e conoscere tante persone meravigliose”.
IMPREVISTI Niente è andato come doveva ma tutto è andato bene, sin dal primo giorno. Giulio sarebbe dovuto partire di martedì ma il clacson e una luce erano fuori uso. Così, ha rimandato la partenza. “La notte prima, pensavo solo al modo in cui avrei dovuto caricare la moto” ricorda. Il primo problema, in Serbia. “In quel momento ho toccato con mano quanto il mio viaggio in favore della campagna Gocciaagoccia di GVC per riportare l'acqua in Siria fosse sostenuto dalla gente comune – ha spiegato-. Un meccanico a Belgrado mi ha sistemato la moto e cambiato un pezzo per soli cinque euro. E poi mi ha ospitato in un ostello”. Al momento del bisogno, non ha mai trovato chi abbia tradito la sua fiducia: qualcuno è sempre arrivato a soccorrerlo. In Iran, con una temperatura sui 40°, la moto di Giulio ha avuto un nuovo problema. “Ero nel bel mezzo di un altipiano nel parco del Golestan. Mi avevano detto che lì la gente è molto ospitale ma mai avrei creduto così tanto”. Infatti, “hanno chiamato il professore di inglese di un paesino lì vicino che mi ha portato in giro e mi ha tranquillizzato dicendomi che tutti lì erano miei amici- ha continuato Giulio-. Mi hanno ospitato a casa loro e dato da mangiare e bere, senza che volessero una lira. In qualche modo, il meccanico ha aggiustato la moto e così poi è ripartita”. Questo viaggio per lui ha significato soprattutto questo: imparare a capire che non si può fare tutto da soli. “Spesso ci si deve affidare agli altri, molto più di quanto nessuno avrebbe fatto fino a cinque minuti prima del momento del bisogno” ha detto. E ha aggiunto soddisfatto: “La mia fiducia non è stata mai tradita”.
SU UNO STERRATO TRA UN BURRONE E LA MONTAGNA NEL CUORE DELLA NOTTE Non c'è mai stato un momento in cui Giulio abbia avuto paura. “Sul Pamir, però, mi sono ritrovato su una strada pazzesca a 4000 metri di altezza sulle montagne, su uno sterrato con mucche e pecore ovunque. Tutto a causa di un problema con Google maps”. Su quella strada, Giulio ci è arrivato a notte fonda. “Mi sono ritrovato con un burrone di 100 metri a destra e la montagna a sinistra. Non sapevo nemmeno se mi sarebbe bastata la benzina. Era buio e dovevo sbrigarmi”. Giulio ha anche dovuto cambiare l'itinerario, su suggerimento dei locali. “Mi hanno messo in guardia dall'attraversare una strada a rischio vicino il Kurdistan” racconta. E poi ancora ricorda la volta in cui in Kazakistan, prima di ripartire, un uomo gli ha messo un filone di pane tra le braccia. “E' gente che non ha davvero niente. Eppure è capace di gesti di grande solidarietà” dice.
LA META Di questa avventura, c'è un particolare insignificante. Giulio aveva previsto di arrivare fino alle porte della Mongolia. Si è fermato poco prima. La sua corsa è finita nel deserto kazako, a 3mila km dal traguardo. La sua moto si è rotta e il pezzo di ricambio non è arrivato per tempo. Lui non voleva rassegnarsi ma poi è tornato indietro. “Ci sono così tanti posti da vedere che non penso proprio di ripartecipare al Mongolrally- dice, ma non sembra categorico-. Magari rispedisco la moto là dove si è rotta e lo finisco”.
LA DONAZIONE Ciò che però è più importante è che grazie a questa esperienza,
Elpazo è riuscito a raccogliere 4.340 euro per la campagna
www.gocciaagoccia.org di GVC. Ora, i suoi chilometri si trasformeranno in 150 zainetti per la scuola in Siria e 52 kit con materiali pedagogici per studenti e insegnanti. Perché senza acqua, non c'è scuola.
“A nome di tutta l’organizzazione, vorremmo ringraziare Giulio per aver tentato quest’impresa e aver scelto noi per sensibilizzare e coinvolgere tantissima gente al tema della carenza e dello spreco delle risorse idriche nel mondo. Tanti hanno tifato per lui, in tanti lo hanno accompagnato con il pensiero lungo le vie che conducono alla Mongolia e sperato di vincere la gara più importante: quella che si gioca ogni giorno sul campo per sostenere i bambini siriani che non hanno accesso all’acqua- ha dichiarato Dina Taddia, presidente di GVC-. La sfida più importante, ora, è continuare a impegnarsi tutti insieme per fare la differenza”.
Bologna, 3 novembre 2017
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