GVC ha pubblicato il report delle attività 2017. Dina Taddia, la nostra presidente, presenta in una lettera obiettivi e risultati di un anno di lavoro molto intenso. 

 

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Casa, acqua, cibo, protezione e assistenza sanitaria. Da qui è necessario ripartire perché ogni persona possa scegliere liberamente di restare. Il primo diritto che milioni di esseri umani rivendicano è, infatti, proprio quello di poter rimanere nella propria terra. Crisi alimentari feroci, epidemie, guerre, estremismi ed emergenze ambientali rischiano di moltiplicare quella che rappresenta un’opzione forzata: la fuga di donne, uomini e bambini in cerca di una garanzia di sopravvivenza. Per questo è indispensabile fornire loro un’alternativa, attraverso politiche di cooperazione efficaci che sostengano gli sforzi delle comunità locali nel difficile processo verso uno sviluppo egualitario e mondiale. 

Nel 2017, GVC ha continuato a concentrarsi sulla realizzazione di attività volte a favorire l’accesso ai diritti fondamentali. Grazie alla nostra esperienza, quest’anno abbiamo apportato un miglioramento delle condizioni di vita per oltre due milioni di persone: un risultato riconosciuto da tutti gli attori con i quali abbiamo collaborato e, prima ancora, dalle comunità che in noi riconoscono un agente di sviluppo endogeno.

Da sempre testimone diretta degli effetti prodotti da colonialismo, sfruttamento e conflitti aggravati da interessi geopolitici, la nostra organizzazione continua ad affermare che il diritto a una esistenza degna deve essere sostenuto da politiche di cooperazione internazionale adeguate, che contribuiscano al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Primo tra tutti, “fame zero”. Dopo anni di costante diminuzione, il fenomeno sta registrando un aumento, per un totale di 815 milioni di esseri umani che soffrono a causa della crisi alimentare, secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite.

Due miliardi di persone hanno accesso ad acqua contaminata e ben 840 milioni soffrono la sete. Gli Obiettivi di Sviluppo rendono evidente quanto la sfida debba continuare a essere affrontata globalmente. Nessun arretramento è ammesso. Il possibile trasferimento dei Fondi Europei dalle Politiche di Cooperazione a quelle di Emergenza e Sicurezza potrebbe tradursi solo in una involuzione, capace di agire scarsamente sugli effetti e non certamente sulle cause. Mantenendo al centro l’importanza dell’autonomia delle comunità in Africa, Medio Oriente, Asia e America Latina, la nostra organizzazione si è da sempre distinta per la serietà con la quale ha promosso sistemi di emancipazione, progresso ed equità sociale in oltre venti paesi del mondo.

L’obiettivo è sempre stato chiaro: soddisfare le necessità per rafforzare prassi di sviluppo che sul lungo periodo potessero contribuire anche a sostenere i processi di democratizzazione e apertura delle politiche locali. Per questo non abbiamo mai lavorato per il soddisfacimento dei bisogni in chiave assistenzialistica ma siamo sempre intervenuti per sostenere l’autonomia e l’auto-organizzazione delle comunità, affinché potessero essere in grado di agire in forma indipendente e attiva per l’affermazione dei loro diritti. Protagonista è sempre stata la società civile, in un sistema volto a coinvolgere istituzioni, organizzazioni, singoli cittadini e attori internazionali, attorno a obiettivi condivisi. Il nostro lavoro rappresenta una sfida alla quale hanno dimostrato di voler partecipare anche aziende e cooperative che riconoscono nella responsabilità sociale un valore fondamentale per agire positivamente sull’economia mondiale.

Oggi, di fronte al moltiplicarsi di crisi umanitarie che si sono cronicizzate in tutto il globo, possiamo affermare che il nostro approccio metodologico, sperimentato in molte aree periferiche del mondo, contribuisce a trasformare l’emergenza in un’opportunità di coesione, riduzione dei conflitti, crescita e miglioramento dei servizi e delle infrastrutture per le comunità locali e per quelle ospitate. A tutti gli operatori, i volontari, i partner e i sostenitori che in quasi cinquant’anni di lavoro hanno contribuito a questo percorso, un grazie sentito e un incoraggiamento a meritare sempre di più, giorno dopo giorno, la fiducia che tante persone hanno accordato a GVC in ogni parte del mondo.

Dina Taddia
Presidente GVC