Il 7 giugno il Parlamento Europeo ha richiesto in modo contundente un’azione europea contro le pratiche ingiuste di mercato (UTPs) esercitate nella catena produttiva agroalimentare. GVC, che ha contribuito in maniera attiva affinché si arrivasse a questo risultato positivo, come partner italiano del progetto Make Fruit Fair, interpreta il voto di oggi come un segnale che mostri come il Parlamento Europeo miri a relazioni commerciali più eque tra Europa e Paesi del sud del mondo. Passato l’iter legislativo a livello politico, ora è compito della Commissione procedere all’elaborazione di una direttiva che protegga agricoltori e piccoli proprietari terrieri (in Italia, in Europa e nel resto del mondo) dal crescente, e sempre più forte, potere dei supermercati e delle compagnie multinazionali del cibo lungo tutta la filiera produttiva.

Il voto del Parlamento Europeo è in linea con la petizione delle campagne Make Fruit Fair, nelle quali 61.000 cittadini e cittadine europee si sono schierati, tramite una petizione, contro le ricorrenti e dominanti pratiche sleali di mercato. Le pratiche ingiuste di mercato come ritardi nei pagamenti, modifiche retroattive dei termini di contratto e cancellazioni ingiustificate di contratti hanno un costo stimato per i produttori pari a €30-40 miliardi l’anno. In un sondaggio realizzato nel 2011, 96% dei rispondenti hanno dichiarato di essere stati esposti ad almeno una di queste UTPs.

Stefania Piccinelli, responsabile del progetto per GVC dichiaraNon è accettabile che una manciata di soggetti potenti continui a dettare legge sulla politica europea del commercio alimentare, con gravi conseguenze per consumatori, produttori, contadini e ambiente. Finalmente il Parlamento EU ha votato per un’azione contro le pratiche ingiuste di mercato nella catena di produzione alimentare. Questo è in contrasto con la Commissione che ha scelto di fare affidamento  su iniziative volontarie di mercato e industria per risolvere il problema”.

Sergi Corbalán, Direttore Esecutivo di Fair Trade Advocacy Office, partner di GVC e coordinatore delle attività di lobby a Bruxelles: “Siamo contenti che il Parlamento abbia lanciato un messaggio chiaro. Il continuo fallimento della Commissione nell’avviare una forte azione contro le pratiche ingiuste nelle transazioni di mercato è inaccettabile. Gli Stati membri hanno dato prova di leadership nazionale attraverso l’introduzione di legislazioni che supportino relazioni di mercato più eque nella filiera produttiva. Tuttavia,  dato il crescente approvvigionamento trans-frontaliero da parte del settore agro-alimentare, la frammentazione di diverse legislazioni nazionali non possono garantire un buon funzionamento del mercato interno dell’UE. Attendiamo con impazienza che la Commissione porti avanti un quadro legislativo che stabilisca norme minime per tutti gli Stati Membri il prima possibile. Abbiamo bisogno che la Commissione fermi l’abuso di potere esercitato dalle compagnie all’interno della catena produttiva a spese di lavoratori, contadini e fornitori di Paesi Europei ed extra-UE”.