IL DIRITTO ALL’EDUCAZIONE VA GARANTITO ANCHE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA

 

Bambini, bambine e adolescenti sono particolarmente vulnerabili in situazioni di emergenza, perché rischiano di essere privati della possibilità di andare a scuola e di ricevere un’educazione di qualità.

Daniela Invernizzi, International Children Rights Advisor, intervistata per il WeWorld Index 2016, ci illustra chiaramente come il diritto all’educazione sia una componente irrinunciabile dell’intervento umanitario:  “Il diritto all’educazione va garantito anche nelle situazioni di emergenza provocate da differenti cause: conflitti armati, situazione politica instabile, disastri ambientali e più in generale dalla povertà estrema.

È ormai un pensiero condiviso che l’educazione non sia “un lusso” da garantire solo dopo il superamento dell’emergenza, ma sia una componente irrinunciabile dell’intervento umanitario a partire dalla prime fasi dell’emergenza stessa. L’educazione va progettata a partire dalle prime attività di assistenza umanitaria accanto all’assistenza sanitaria, alla nutrizione e all’offerta di ripari. Aiuta i minori a sentirsi in una situazione più prossima alla normalità quotidiana, a recuperare la sicurezza e nei limiti del possibile il sorriso.

La strategia da mettere in atto in questi contesti è quella di integrare consapevolmente gli interventi educativi nel programma generale per contrastare gli effetti negativi delle crisi in atto che danneggiano gravemente la possibilità di garantire il diritto all’educazione (distruzione di scuole e di strumenti didattici, morte degli insegnanti e dei genitori, reclutamento di bambini soldato, allestimento di campi profughi in altri Paesi, allontanamento dai luoghi di residenza). I progetti - più efficaci se coordinati da cluster di settore che evitano sovrapposizioni di attività e miglior selezione dei tempi e dei luoghi di intervento - possono contribuire a: rimettere in funzione in tempi più brevi i sistemi scolastici compromessi, organizzare attività extrascolastiche che tengano positivamente impegnati bambini/e, ragazzi/e, organizzare attività per i più piccoli che ancora non frequentano la scuola. Gli effetti della realizzazione di programmi educativi in situazione di emergenza hanno una ricaduta positiva enorme sulla qualità della vita dei bambini e delle bambine, delle famiglie e dell’intera comunità di appartenenza.