Di ritorno da una missione operativa ad Haiti, la nostra collega Monica Mazzotti ci descrive la situazione dell’isola caraibica a 3 mesi dal passaggio del violento uragano Matthew che ha messo il paese nuovamente in ginocchio, dopo l’uragano Sandy del 2012 e il terremoto del 12 gennaio 2010.

L’emergenza ad Haiti è diventata una situazione cronica. L’uragano Matthew ha coinvolto oltre due milioni di abitanti e distrutto circa l'80% dei raccolti nel Sud del Paese. Le conseguenze sono state gravissime per via della già scarsa disponibilità di cibo e del diffondersi dell’epidemia di colera. I danni più estesi ai raccolti e le inondazioni si sono verificati in un’area dove il 70% della popolazione viveva già in condizioni di estrema povertà. Il passaggio del tifone ha causato l’intensificarsi di una crisi umanitaria in un paese che si era ripreso solo parzialmente dalla tragedia del sisma di sette anni fa.

Nel 2010 GVC era già presente nell’isola e si è subito attivato attraverso la distribuzione di aiuti umanitari di prima emergenza, tra cui cibo, acqua e kit igienico sanitari. Dopo la prima fase emergenziale, abbiamo iniziato a gettare le basi per garantire la ricostruzione, con lo sviluppo di specifi­che attività economiche e promuovendo l’autonomia di oltre 80 mila beneficiari. Sono stati costruiti, nei distretti di Petit-Goâve, centri di trasformazione alimentare/polifunzionali dotati di pozzi, mulini per produrre farina, laboratori per confezionare marmellate, forni per la preparazione di dolci e vivai. Questi centri comunitari sono gestiti direttamente da una cooperativa locale, la ODPP, composta da 266 soci, in prevalenza donne.

A sette anni di distanza dal terremoto, 60.000 persone vivono ancora in alloggi di fortuna.

L’impatto dell’uragano Matthew dello scorso 4 ottobre è stato tale che, ad oggi, 1,4 milioni di Haitiani necessitano di assistenza alimentare, la debole economia di sussistenza di 800.000 persone è stata completamente distrutta e oltre il 90% delle abitazioni sono state rase al suolo. Nel Dipartimento del Sud, tutte le colture alimentari sono state colpite e sono irrecuperabili. Quasi il  90%  degli alberi forestali e da frutta sono stati gravemente danneggiati, mentre il restante 10% difficilmente diventerà produttivo a breve.  Gli agricoltori hanno perso tutto e non hanno né le condizioni né gli strumenti per poter preparare il prossimo raccolto.

Anche in questo caso GVC ha dato il suo supporto, realizzando una tempestiva valutazione dei bisogni primari delle comunità locali. L’obiettivo è l’individuazione di un piano condiviso con le comunità per intervenire attivamente nella ricostruzione e nella riabilitazione delle risorse, come il ripristino  della fornitura di acqua effettuato nella Municipalità di Tiburon .

In primo luogo si ripristineranno le risorse economiche per 10.000 famiglie con la distribuzione di sementi, lo svolgimento di attività di riforestazione, la riattivazione delle attività commerciali gestite dalle donne e il ripristino delle attività legate alla pesca, assicurando supporto a oltre 250 pescatori, attraverso l’acquisto di reti e la riparazione delle barche. 

Saranno poi riabilitate e ricostruite le abitazioni, con l’obiettivo di riparare 95 tetti e costruire 340 case con latrine. Infine si installerà un sistema per la potabilizzazione dell’acqua, che avrà anche l’effetto di ridurre il rischio della propagazione delle epidemie di colera.

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