Quasi 15 milioni di euro. A tanto ammontano le donazioni che gli italiani hanno destinato ad AGIRE per l'emergenza Haiti. Un contributo importante che ha permesso alle Ong che ne fanno parte - tra cui GVC - di portare un aiuto concreto a circa 250mila persone. È questo il bilancio di un anno di azione per l'isola caraibica colpita, il 12 gennaio scorso, dal terremoto. I dati sono stati resi noti durante un evento svoltosi nell'anniversario del sisma a Roma, nella Casa del Cinema.
L'evento è stato l'occasione per divulgare l'operato di AGIRE non tanto in termini numerici, quanto in termini di valore e concretezza degli interventi. L'Ambasciatore di Haiti in Italia Geri Benoit, che ha partecipato all'iniziativa, ha infatti sottolineato come i progetti di AGIRE ad Haiti siano stati caratterizzati dalla massima trasparenza nella gestione dei fondi e da una costante collaborazione con le istituzioni locali e con la stessa ambasciata haitiana a Roma.
Quello che è emerso dalle testimonianze degli operatori presenti è che l'intervento umanitario ad Haiti avviene oggi in un contesto di incertezza politica che rende problematica la relazione con le istituzioni locali. Le elezioni dello scorso 28 novembre si sono svolte in un clima di tensione e i risultati del primo turno hanno dato origine a controversie tra le parti in causa. Giovedì 13 gennaio l'OSA (Organizzazione degli Stati Americani), incaricata di verificare i risultati elettorali, ha consegnato al presidente in carica René Préval un rapporto in cui, secondo le agenzie di stampa internazionali, raccomanderebbe di programmare un secondo turno tra Mirlande H. Manigat e il celebre cantante Michelle Martellì, escludendo il candidato vicino al presidente Jude Celestine, arrivato secondo in base ai primi scrutini.
Un anno dopo il terremoto le sfide che le agenzie umanitarie e le istituzioni haitiane si trovano ad affrontare sono sempre le stesse: continuare a garantire una risposta a tutti i bisogni immediati post terremoto, con l'aggiunta del contrasto all'epidemia di colera, e nello stesso tempo avviare un processo di ricostruzione efficace e trasparente in grado di offrire ad Haiti un percorso certo per uscire dalla sua povertà cronica.
A seguito del disastro che ha colpito il Paese il 12 gennaio 2010, le organizzazioni di AGIRE hanno utilizzato le donazioni dei cittadini italiani, pari a 14,7 milioni di euro, per portare un aiuto concreto a circa 250 mila persone. Oltre alla distribuzione di cibo, acqua e beni di prima necessità iniziate all'indomani del terremoto, sono stati allestiti rifugi temporanei per oltre 5.000 persone e 41 campi di accoglienza sono stati forniti di latrine e punti acqua. Già nel mese di aprile erano state attivate 32 strutture educative temporanee, che hanno consentito la ripresa delle lezioni e l'avvio di programmi di assistenza psico-sociale per circa 25 mila bambini tra i 3 e i 17 anni. Tra gli ulteriori interventi realizzati nella prima fase di risposta: l'estrazione di vittime dalle macerie, il sostegno alle fasce di popolazione più deboli attraverso programmi di creazione di reddito; il ricongiungimento familiare di minori non accompagnati; il sostegno alla produzione agricola di sussistenza; la valutazione degli edifici danneggiati per facilitare i ritorni; la rimozione di macerie.
A partire dall'estate, gli interventi sono entrati in una fase più avanzata, finalizzata a facilitare per quanto possibile il ritorno della popolazione ad una vita normale. Le organizzazioni di AGIRE si sono concentrate nei settori educativo, igienico sanitario e nel fornire supporto abitativo per gli sfollati. I fondi hanno consentito di riabilitare o costruire ex novo 12 scuole e 2 orfanatrofi. Sono stati inoltre ricostruiti quattro centri sanitari (due dei quali non ancora terminati). Il rientro alle abitazioni di alcune comunità di sfollati è stato facilitato attraverso la messa in funzione di 33 pompe manuali collegate a altrettanti pozzi che servono vari villaggi, e la costruzione di latrine famigliari. Questo impegno a tutto campo non ha impedito alle ONG di AGIRE di rispondere tempestivamente all'emergenza nell'emergenza, l'epidemia di colera scoppiata ad Haiti lo scorso ottobre che ha già causato oltre 3.700 vittime e coinvolto circa 178.000 persone (fonte: Ministero della Sanità Pubblica, dati epidemiologici aggiornati al 5 gennaio 2011).
Gli interventi hanno previsto campagne di informazione e sensibilizzazione, distribuzione di acqua potabile e kit igienico-sanitari, allestimento e gestione di centri di prima terapia e la realizzazione di strutture igienico sanitarie aggiuntive nelle zone più povere di Port au Prince.
GVC sta concentrando i suoi interventi nelle Regioni di Petit-Goâve e Grand-Goâve, dove, grazie ai finanziamenti di Agire, Commissione Europea, Lega Coop Italia, Provincia di Reggio Emilia, Borea, Coop Nordest e Emilbanca, raggiungerà complessivamente circa 62.000 beneficiari.
La strategia di GVC nel Paese prevede un approccio integrato focalizzato nei seguenti settori di intervento:
ripristino del tessuto economico e sociale, avviando una seconda fase d'intervento attraverso il rafforzamento del sistema cooperativistico locale, attraverso la ricostruzione di un centro di trasformazione agro-alimentare, la riattivazione di attività agricole e la riabilitazione di sistemi di irrigazione e raccolta di acqua piovana
socio-educativo, attraverso la ricostruzione/riabilitazione di scuole pubbliche e comunitarie complete di servizi sanitari e punti d’acqua che possano anche fungere da centri di raccolta in caso di emergenze e la riattivazione di 1 centro di supporto psico-sociale per minori
acqua e risanamento, per consentire alla popolazione l'accesso ad acqua sicura grazie alla disponibilità di sorgenti di acqua e realizzando campagne di promozione all’igiene.