Peggio del previsto. I fondi della cooperazione allo sviluppo (legge 49/87) gestiti dal Ministero degli Affari Esteri, già al minimo storico nel 2011, per il prossimo anno saranno tagliati di un ulteriore 51%. È quanto prevedono le leggi di Stabilità 2012 e di Bilancio, il cui esame è ripreso ieri in Senato. La denuncia arriva da GVC e dalle altre nove Ong che aderiscono al network nazionale Link 2007.
“Il ruolo che ricoprono oggi le Ong italiane nella cooperazione internazionale – spiega Patrizia Santillo, presidente di GVC – è quello di raggiungere direttamente, insieme ai propri partner locali, le popolazioni più isolate, più povere, quelle troppo spesso abbandonate a se stesse. Noi siamo quelli che arrivano dove serve davvero intervenire. Privarci dei mezzi necessari per svolgere il nostro lavoro, significa privare intere popolazioni dei mezzi per sopravvivere e, soprattutto, per avviare un percorso di autosviluppo, per migliorare la propria condizione”.
Il taglio complessivo applicato al budget del MAE dalle manovre estive è stato di 206 milioni di euro; ben 92 milioni a carico della cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo; davvero eccessivo se si considera che le attività previste dalla legge 49/87 pesano sul bilancio del Ministero solo per circa il 10%. La diminuzione è ancor più evidente se si prende a confronto il dato del 2008, in cui la cooperazione allo sviluppo aveva raggiunto i 732 milioni di euro di stanziamenti. Il calo è dell’88%.
Il previsto stanziamento di soli 86 milioni di euro comporterà un ulteriore ridimensionamento dell’azione italiana di cooperazione in molti Paesi, se si considera che nel 2009 le stesse risorse erano state stanziate dall’Italia in soli due dei 61 Paesi assistiti: Etiopia e Afghanistan. Dalle scarsissime dotazioni previste andranno ulteriormente sottratte le spese di funzionamento - circa 8 milioni di euro - e gli impegni pluriennali già sottoscritti - almeno 40 milioni, di cui 20 relativi ad impegni già assunti con le ONG. Per nuovi interventi di cooperazione allo sviluppo sarebbero dunque disponibili meno di 20 milioni di euro.
Per comprendere meglio il livello raggiunto dai tagli, basti dire che le disponibilità finanziare della cooperazione saranno circa 4 volte inferiori rispetto a quello che le Ong italiane hanno raccolto nel 2010 in attività di fundrasing dai cittadini italiani. Già dallo scorso anno, da un punto di vista finanziario, le Ong sono ormai di gran lunga più rappresentative, a livello internazionale, della stessa cooperazione governativa italiana.
Si taglia la cooperazione, mentre si salvaguardano altri interventi. Si dispone, infatti, lo stanziamento di 750 milioni di euro per le missioni militari internazionali (ammontare invariato e relativo a sei mesi di operazioni militari all’estero). Si conferma l’investimento di 375 milioni l’anno (fino al 2022) per la costruzione delle fregate italo-francesi FREEM e di altri 70 milioni fino al 2023 per la partecipazione al consorzio europeo di aeronautica militare.
Per evitare lo scandalo di una definitiva dismissione della cooperazione allo sviluppo del nostro paese, le ONG italiane chiedono che la cooperazione italiana sia risparmiata dai tagli estivi e che siano ripristinati almeno i livelli finanziari del 2010. Il messaggio, indirizzato a tutte le forze parlamentari, chiede che l’art 5 comma 7 della manovra includa tra i destinatari del tesoretto delle frequenze anche la cooperazione allo sviluppo della legge 49/87b in modo da assorbire il taglio estivo e quindi lasciarla sui livelli del 2011. I 92 milioni necessari allo scopo potrebbero essere stornati dai 200 milioni di euro che il comma attribuisce al Ministero della Difesa e che nell’allegato 2 dell’art 5 comma 1 si inserisca anche la cooperazione allo sviluppo ex legge 49/87 tra i destinatari della ripartizione dei 1,2 miliardi aggiuntivi.