Nel 2013 gli interventi strategici di GVC nel Maghreb si intensificano, con la ripresa della nostra presenza in Marocco e con la nuova presenza in Tunisia.

GVC in Tunisia
GVC ha cominiciato a lavorare in Tunisia dal 2011, subito dopo la rivoluzione dei Gelsomini, inizialmente supportando i rifugiati che scappavano a migliaia dalla guerra in Libia diretti nel campo di Choucha, al confine sud del paese.
Allo stesso tempo la società civile tunisina stava vivendo un periodo di grandissimo fermento ed evoluzione: le manifestazioni ed i movimenti popolari prima, e la libertà acquisita poi con la rivoluzione, hanno spinto la gente a lavorare insieme e ad associarsi. Da qui la nascita di numerosissime associazioni, soprattutto di giovani, ma non solo. Specie all'interno del paese, nelle zone più remote e povere, proprio dove la rivoluzione era scoppiata, la popolazione aveva sicuramente voglia di agire insieme ma mancava di strumenti. Per questo motivo GVC ha iniziato a sostenere alcune associazioni nate nel periodo post-rivoluzionario nella regione di Sidi Bouzid, cuore della rivolta e zona con gli indici di disoccupazione e povertà maggiori.
Oggi GVC supporta, grazie a finanziamenti prevalentemente della Commissione Europea, progetti di promozione e rafforzamento delle capacità delle associazioni nate dopo la rivoluzione nei settori di promozione dei diritti umani e informazione libera, emancipazione femminile e diffusione dei diritti delle donne, supporto alla nascita e crescita dei movimenti cooperativi e delle cooperative di base.
Il progetto Périphérie Active
Attraverso il progetto Périphérie Active GVC coordina l’apertura di tre Media Center Comunitari - MCC, spazi gestiti dalle associazioni locali nelle comunità di Sidi Bouzid, Regueb e Menzel Bouzaiane, al fine di rafforzare la società civile e di favorire, attraverso la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’accesso a internet e ad un’informazione libera.
Secondo quanto ideato con le associazioni coinvolte nel progetto, i MCC metteranno a disposizione della società civile locale anche telecamere e macchine fotografiche, utili per narrare la propria Storia locale, dimenticata dalla Storia ufficiale, o piuttosto per redigere servizi di giornalismo cittadino, reportage e documentari per diffondere la realtà del proprio contesto, per analizzare e porre all'attenzione del mondo le difficoltà in cui versano i disoccupati, le donne, gli agricoltori della regione. I MCC saranno forniti anche di schermi e proiettori per permettere alla popolazione locale di essere il primo beneficiario di questi documentari e di altre produzioni video. Inoltre nei MCC sarà possibile valorizzare la produzione e l’identità artistica e culturale locale, svolgere atelier di fotografia, disegno, cinema e in cui esporre le opere artistiche o le testimonianze della storia locale. Nei MCC verranno organizzati corsi di formazione sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sulle tecniche di comunicazione sociale, sulla costituzione e sulla gestione delle associazioni, e su altri temi individuati in maniera partecipativa dai beneficiari.
Il progetto ha avuto a fine novembre la sua prima attività: un incontro di tre giorni, completamente diffuso in streaming, che ha coinvolto le associazioni locali, in tutto 13, presso la Casa dei Giovani a Sidi Bouzid. Il meeting ha avuto come obiettivo innanzitutto quello di conoscersi mutualmente e di condividere e scambiare idee e suggestioni in merito alle attività, agli eventi comunicativi e ai corsi di formazione che verranno svolte nei Media Center Comunitari secondo le esigenze specifiche di ogni località.
Attraverso un percorso partecipativo sono emerse differenze e punti di vista particolari che hanno arricchito la discussione e che hanno posto le prime basi per un processo di costruzione condiviso, anche grazie all'apporto dei coordinatori del MCC di Menzel Bouzaiane, aperto e gestito dall’associazione Accun da oltre un anno e mezzo. In questo MCC, frequentato da circa una decina di ragazzi e ragazze ogni giorno, l’accesso a internet è gratuito per permettere a chiunque di accedere alla rete, e i computer sono a disposizione della popolazione locale. Vengono già promossi e organizzati corsi di formazione, anche se come dice Selua, una ragazza che gestisce il MCC ogni mattino per favorire la partecipazione delle donne, “ogni giorno è una formazione”, dato che molti nuovi utenti sono alla prima esperienza con l’informatica.
“Si tratta di creare una nuova forma di cittadinanza, la cittadinanza digitale, che è riconosciuta come un diritto basilare nell'era della rete”, spiega Khaled di Accun.
E’ convinzione di GVC che la cittadinanza digitale, l’accesso alla rete e all’informazione libera, rappresenti uno strumento di democratizzazione che rafforza la società civile nelle sue capacità e che favorisca la partecipazione alla vita pubblica. Internet viene considerato in questo senso come strumento di comunicazione, di informazione, di formazione, di scambio e di creazione di rete. Le persone, soprattutto giovani, che partecipano alla costruzione e alla gestione del MCC avranno inoltre il compito di prendere decisioni, di confrontarsi in assemblea, di determinare cosa, come e quando svolgere una particolare attività.
Le formazioni saranno aperte e sarà possibile seguirle in streaming in modo da permettere l’accesso al più alto numero possibile di giovani.
Il progetto prevede come prossima tappa una mappatura partecipata della regione di Sidi Bouzid per fornire un quadro aggiornato della diffusione di internet e delle nuove tecnologie, della presenza e delle attività delle associazioni e del ruolo e della condizione della donna. Sarà uno strumento per conoscere il territorio e per agire coerentemente ai bisogni che emergeranno.
Oltre al suddetto progetto Périphérie Active, in Tunisia è stato avviato un progetto a sostegno delle comunità rurali femminili che prevede gli stessi partner e ambiti di intervento anche in Marocco

GVC in Marocco
Il 2013 è caratterizzato dalla ripresa della nostra presenza in Marocco, attraverso un progetto di sostegno delle comunità rurali femminili.
In particolare il progetto, avviato attraverso gli stessi partner e ambiti di intervento anche in Tunisia, prevede il sostegno all’emancipazione socio-economica delle donne rurali, attraverso la loro inclusione nelle reti dell’economia sociale, all’interno delle province di Essaouira, Tiznit, Zagora, Tata, Azilal, Safi, Taounate, Settat et Nador.
In linea con le Nazioni Unite, che hanno nominato il 2012 «Anno internazionale delle cooperative», il progetto riconosce e sostiene l’importanza dell’economia sociale come approccio efficace alla lotta contro la povertà.
Il progetto prevede, oltre al partenariato di CEFA, il coinvolgimento di partner istituzionali, come il Ministero dell’Agricoltura e della Pesca Marittima, e la Rete Marocchina dell’Economia Sociale e Solidale e il coinvolgimento di cooperative, associazioni, imprese sociali e raggruppamenti informali delle donne rurali, in modo da coinvolgere oltre 600 donne.
L’obiettivo del progetto e’ di contribuire al rafforzamento della protezione sociale ed economica delle donne rurali, promuovere la parità nell’accesso e nel controllo delle risorse economiche e facilitare la diffusione e lo scambio di buone pratiche nel bacino del Mediterraneo.
Tra le attività previste all’interno dell’intervento di GVC ci sono: il potenziamento dei servizi pubblici e delle reti dell’economia sociale, la formazione e potenziamento delle associazioni e cooperative femminili e il loro rafforzamento economico, la promozione dell’uguaglianza uomo-donna, dell’empowerment e dell’autostima delle donne rurali e disseminazione dei diritti, oltre che lo scambio di buone pratiche a livello nazionale e internazionale.