Una guerra più lunga di quelle mondiali, con un numero di vittime stimato attorno alle 450 mila, che rischia di destabilizzare l’intera area e di avere conseguenze sulle esistenze di 13 milioni di persone. Quella siriana è la sfida più importante che stia affrontando la comunità internazionale. Se ne è discusso alla conferenza organizzata dall’Unione Europea a Bruxelles, alla quale ha partecipato anche GVC. Attiva nel paese sin da prima dell’inizio del conflitto, GVC opera in diverse zone tra le quali anche la Valle della Beqaa in Libano per sostenere i rifugiati siriani, grazie a donatori internazionali come European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations (ECHO) e United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (UN OCHA).

 

I FONDI PER LA SIRIA     “Supporting the Future of Syria and the Region” è il titolo della seconda conferenza dell’Unione Europea sul futuro della Siria, tenutasi a Bruxelles il 24 e il 25 aprile e conclusasi con l’impegno delle Nazioni Unite e delle istituzioni europee a rilanciare i negoziati e le operazioni diplomatiche. Fermo invece, il no della comunità internazionale a possibili soluzioni militari. Stanziati solo 4.4 miliardi di dollari a fronte di 9 miliardi che secondo le Nazioni Unite sono necessari per affrontare una emergenza che riguarda 5,6 milioni di rifugiati e 13milioni di persone che necessitano di aiuti umanitari. La cifra è inferiore anche a quella ottenuta nel 2017, durante la precedente conferenza tenutasi a Londra. Sull’allocazione, secondo quanto scrive il Guardian, avrebbero inciso il ritardo degli USA nel finanziare 1 miliardo, oltre alla disputa tra UE e Turchia su un pacchetto di finanziamenti da 3.5 milioni. Solo dall’UE, è stata garantita una quota di 560 milioni all’anno, fino al 2020. Centrale l’appello della FAO che ha chiesto di puntare sull’agricoltura per garantire l’approvvigionamento alimentare ai siriani nel loro paese e in quelli di accoglienza.Quello in Siria è un conflitto durato più della I e II guerra mondiale, ancora oggi aperto. “Il più grande fallimento politico della storia”, così come è stato definito da Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha chiesto politiche per il reinsediamento, pur constatando che “il 90% dei rifugiati ritiene di non poter rientrare nel paese a causa delle attuali circostanze”.

 

GVC ALLA CONFERENZA         All’evento, cui hanno partecipato i rappresentanti e le organizzazioni della società civile di 85 paesi, c’era anche GVC, da anni in Siria per sostenere la popolazione con progetti volti a riaprire le scuole e a riportare l’acqua nel paese, ma anche in Libano per sostenere i rifugiati con attività di accoglienza e integrazione. Del resto, una delle difficoltà evidenziate durante la conferenza dal primo ministro del Libano, Saad Hariri, è proprio quella che riguarda le “tensioni all’interno delle comunità siriane e libanesi, in aumento a causa della competizione per l’ottenimento del lavoro”. Un problema innegabile che GVC è impegnata a contrastare e prevenire con progetti rivolti sia ai cittadini del paese dei Cedri sia ai rifugiati siriani, per garantire formazione e opportunità di inserimento e lavoro. “Sin dall’inizio del conflitto, GVC si è schierato dalla parte dei rifugiati siriani e delle popolazioni che li ospitano, con particolare attenzione per i gruppi più vulnerabili, tramite l’implementazione di programmi mirati a garantire la copertura dei bisogni di base ma al tempo stesso in grado di rafforzare i servizi e sistemi disponibili per le popolazioni rifugiate e ospitanti nel lungo periodo- ha dichiarato Eugenio Donadio, responsabile dei Programmi Internazionali di GVC, presente alla conferenza-. Le azioni di GVC puntano a proteggere le comunità in cui lavoriamo da tutti i possibili rischi a cui sono esposte, ripristinando i servizi e rafforzandoli dove necessario per rispondere alla domanda corrente e futura. Investiamo sull’educazione dei bambini nelle scuole, e con corsi di formazione per gli adulti, anche con programmi specializzati per persone con disabilità- ha continuato-. Al tempo stesso lavoriamo con le comunità e le autorità per migliorare la qualità e la gestione di servizi come quello di approvvigionamento idrico, portando a una riduzione dei conflitti tra le comunità ospitanti e rifugiate e dando sostenibilità ai sistemi locali. Nei prossimi anni la nostra sfida sarà quella di continuare a prestare aiuto, in un contesto lacerato da anni di crisi protratta e caratterizzato da forte imprevedibilità". E ha concluso:  "GVC sostiene il diritto al ritorno dei rifugiati, ma solo in condizioni libere e volontarie e in condizioni di assoluta sicurezza per i rifugiati, gli operatori umanitari e tutti gli attori coinvolti nella risposta alla crisi. Per questo motivo continueremo a lavorare in stretto contatto con le comunità, rafforzandole e rendendole libere di compiere le loro scelte in maniera autonoma e libera da rischi”.

IL LOGO DI GVC SUL MONT DES ART DI BRUXELLES         Importante il riconoscimento dell’UE nei confronti del lavoro svolto sul campo dalle organizzazioni sostenute. “I nostri partner che operano sul campo sono occhi e orecchie della comunità internazionale e rappresentano un brillante esempio di solidarietà” ha dichiarato Christos Stylianides, commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi. Da tempo sostenuta da agenzie quali l’European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations (ECHO) e United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (UN OCHA), GVC continua a offrire il suo contributo e la sua esperienza quasi cinquantennale in più di venti paesi nel mondo e, sin da prima dell’inizio del conflitto, anche in Siria. Per questo il suo logo è stato proiettato sulle pareti della Royal Library del Mont des Art di Bruxelles al fianco di organizzazioni come UNICEF, Croce Rossa, World Food Programme e UNHCR.

Bologna, 30 04 2018