In Guatemala, a pochi mesi dalle distribuzioni di cash e di farine fortificate effettuate da GVC, ci sono stati i primi miglioramenti tangibili tra i bambini a rischio di malnutrizione. La famiglia di Isabel vive al confine con il Chiapas, stato del Messico verso il quale in tanti sono costretti a migrare a causa di elevati livelli di povertà e disoccupazione ma anche della crisi alimentare scatenata dal cambiamento climatico. Dal Messico, poi, molti scelgono di partire per gli Usa e sfidare le politiche di tolleranza zero di Trump. Non è stato così per il marito di Isabel che ha lavorato per un periodo nello stato messicano come operaio e ora è tornato in Guatemala. Per lui è ancora molto difficile garantire un’alimentazione adeguata ai suoi figli. Per fortuna, però, l’intervento di GVC ha prodotto effetti positivi e immediati sulla salute dei minori a rischio di malnutrizione in questa zona.

 

Il figlio di Isabel si porta una mano alla bocca per indicare che ha fame. E’ irrequieto. “Quando era più piccolo, ha avuto una brutta febbre al cervello” racconta la madre. In realtà, gli era stata diagnosticata una disabilità psicomotoria, dovuta a un grave stato di malnutrizione. Oggi ha otto anni e la sua salute rischia di essere ancora compromessa, così come quella dei suoi fratellini, a causa delle difficoltà economiche e della crisi alimentare che affligge diverse aree del paese. Insieme ai suoi quattro figli, Isabel vive in una casa color acquamarina nella comunità di Chimban, in Guatemala.

Suo marito lavora a cottimo sulle terre di Akateko. Un tempo, ha cercato lavoro in Messico, nel Chiapas. Dopo tre mesi, però, è rientrato. Dei bambini, solo la figlia maggiore frequenta la scuola. Gli altri sono ancora troppo piccoli e rimangono per tutto il tempo a casa con Isabel che frequenta spesso il centro sociale di Chimban, dove GVC ha da poco tempo effettuato test antropometrici per determinare l’altezza, il peso e la circonferenza media del braccio dei bambini a rischio di malnutrizione. La famiglia di Isabel sopravvive grazie al piccolo campo di grano e fagioli che si intravede dal loro capanno. In realtà, due soli raccolti all’anno non sono sufficienti per sfamare sei persone e garantire loro un’alimentazione variata.

Negli ultimi due mesi, però, lei – così come diverse altre nella comunità - ha ricevuto un aiuto economico, grazie a un progetto di aiuti umanitari di GVC finanziato da ECHO – European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations. Quanto basta perché ci fossero dei miglioramenti nello stato di salute dei suoi figli così come della maggior parte dei bambini che hanno usufruito di questo intervento. L’intervento di GVC ha permesso a donne come Isabel di acquistare anche verdure, uova e carne, nei negozietti della comunità. Sono state inoltre consegnate farine fortificate e distribuiti diversi tipi di seme per piantare bietole, spinaci, broccoli, senape, barbabietola, cipolle, ravanelli, carote e coriandolo, per promuovere la produzione di alimenti alternativi e di costo limitato che contribuiscano al miglioramento della resilienza della comunitá.

Bologna, 24 luglio 2018