RIFUGIATI E MIGRANTI: IL NOSTRO IMPEGNO IN ITALIA E NEL MONDO
“Vengo da Homs, in Siria, e sono in Libano da 8 anni, dove vivo in una tenda con mio marito e i nostri 3 figli”, racconta Anwar, 22 anni, rifugiata. Sofia, invece, spiega come la milizia popolare congolese le abbia stravolto la vita: “I Mai Mai sono arrivati nella notte, mi hanno violentata 5 volte e hanno rapito e ucciso mio marito. Ho preso i miei figli e ho affrontato un viaggio di oltre 200 chilometri che mi ha portata dal Congo al Burundi”, dice pensando al passato ma guardando al futuro, suo e dei suoi bambini.
Sono 25 mila le persone che, in un anno, abbiamo aiutato nei campi informali e nei centri per rifugiati e migranti e sono molte di più quelle che aiutiamo indirettamente nei numerosi progetti realizzati in Italia e nel mondo. “Crediamo che un mondo più inclusivo sia possibile e che i diritti umani debbano essere sempre riconosciuti, senza alcuna distinzione – dichiara Stefano Piziali di WeWorld, in occasione della Giornata Internazionale dei rifugiati – La mobilità umana è un fenomeno complesso, che va gestito con politiche di sviluppo nei paesi di origine dei migranti, di orientamento e informazione prima e dopo la partenza e con strategie di integrazione a lungo termine nei paesi di arrivo. Per qualsiasi motivo ci si muova, e soprattutto nel caso di migrazioni forzate da conflitti o disastri naturali, le migrazioni devono avvenire in sicurezza, nel pieno rispetto dei diritti, mostrando un’attenzione particolare alle fasce più vulnerabili, perché sono quelle più a rischio di violazioni”.
Per questo è necessario:
- che l’Europa indichi una strategia per la gestione comune del fenomeno migratorio
- la riforma del regolamento di Dublino III
- la firma da parte del governo Italiano del Global Compact per una migrazione regolare e sicura
[gallery link="file" size="medium" ids="20902,20903,20904"]
[gallery columns="4" link="file" size="medium" ids="20905,20906,20907,20908"]
IL NOSTRO INTERVENTO IN ITALIA:
Tra i migranti che arrivano a Ventimiglia ci sono donne, bambini piccoli, minori non accompagnati e uomini. Qui il numero di persone respinte alla frontiera francese è di 16.808 nel 2019 e 2.295 nel 2020 (dato aggiornato al 13 marzo). Per questo, dal 2016, siamo presenti nella cittadina ligure offrendo ai migranti in transito dal Campo Roja della Croce Rossa ed a quelli che non vi accedono, informazioni legali sulla normativa italiana e francese, sui rischi di un attraversamento illegale del confine, indicazioni sulle opportunità di accoglienza e sulle comunità alloggio per i minori stranieri non accompagnati.
Consapevoli che negli ultimi 10 anni l’Europa ha visto crescere istanze populiste, estremiste e xenofobe, abbiamo ritenuto opportuno anche promuovere diversi interventi di informazione e sensibilizzazione sulle migrazioni nei confronti dell’opinione pubblica. In Italia, e in Europa, siamo infatti impegnati in prima linea per contrastare il clima d’odio coinvolgendo, in modo particolare, le nuove generazioni. Rientrano in questo contesto anche i progetti di educazione alla cittadinanza globale, come CiakMigrAction e MigratEd, che intendono aumentare nei giovani la consapevolezza su diritti umani e fenomeno migratorio, promuovendo una narrazione basata su dati e fatti reali anche attraverso un corretto uso di strumenti digitali e multimediali. Per coinvolgere maggiormente i giovani nella promozione di una cultura della condivisione e dell’accoglienza, in occasione della giornata del rifugiato, abbiamo anche lanciato sui nostri canali social una serie di fumetti legati alle migrazioni e un contest video per raccontare storie positive di rifugiati e migranti.
IL NOSTRO INTERVENTO NEL MONDO:
Siamo presenti in Siria, dove lavoriamo con gli sfollati rimasti nel paese, e in Palestina e Libano, dove siamo al fianco dei rifugiati siriani. In America Latina lavoriamo sulla sensibilizzazione sui rischi della migrazione irregolare e diamo supporto alla reintegrazione di ex-migranti in Guatemala. In Burundi lavoriamo con oltre 60 mila rifugiati congolesi e con gli ex-rifugiati burundesi di ritorno nel Paese, dove abbiamo costruito un centro di salute con impianto fotovoltaico, a beneficio sia dei rifugiati che delle comunità locali.
Siamo sul campo ogni giorno, da oltre 50 anni, per supportare le persone più vulnerabili e ogni giorno lottiamo per un mondo più equo e più giusto.