Riportiamo di seguito l'articolo apparso su "Redattore Sociale", agenzia giornalistica che raggruppa diverse iniziative di informazione, documentazione e formazione sui temi sociali. Redattore Sociale ha intervistato il nostro cooperante, rappresentante paese per GVC in Palestina, Luca de Filicaia.

 

Gaza, Gvc: "Ricostruzione a rilento, non ci sono premesse per una pace duratura”

L'ong bolognese, da 20 anni opera nella Striscia: “Vivere qui ti fa sentire bloccato e impotente”. Tra un inverno gelido, scontri violenti e potenziali ripercussioni di quanto successo in Francia: “Il livello di allerta è massimo”

RAMALLAH – “La ricostruzione procede molto lentamente: il processo che avrebbe dovuto riportare l’Autorità nazionale palestinese è pressoché fallito, alcuni donatori stanno tirando i remi in barca. La nostra impressione è che, per l’ennesima volta, non si tratti che di una parentesi, un momento di calma apparente. Non riscontriamo atteggiamenti diversi né passi avanti”. Luca De Filicaia, rappresentante Paese in Palestina per Gvc, ong bolognese, analizza così la situazione attuale nella Striscia di Gaza: “Non ci sono le premesse per una pace duratura: se l’obiettivo era l’eliminazione politica di Hamas, non è stato raggiunto”. Gvc è presente nella Striscia grazie a un progetto finanziato dalla cooperazione italiana, un progetto per rimettere in piedi la fornitura di acqua e i servizi fognari tagliati o danneggiati dai bombardamenti israeliani, “che hanno messo a rischio oltre un milione di abitanti, i 2/3 della popolazione di Gaza”. Ma l’arrivo del rigidissimo inverno (5 le vittime solo negli ultimi giorni) ha costretto Gvc a convertire il progetto, diventato da pochi giorni ‘winterization plan’: ora la priorità è distribuire materiale per provare ad arginare i terribili effetti dell’ondata di pioggia, gelo e delle esondazioni di fiumi e corsi d’acqua (a Gaza gli sfollati sono ancora oltre 100 mila). 

A rendere il tutto ancora più complesso, i nuovi criteri da rispettare in materia di sicurezza per i cooperanti, tema oggi più che mai all’ordine del giorno dopo la liberazione di Greta e Vanessa, le due giovani italiane rapite nel luglio scorso in Siria: “Un nostro cooperante era finalmente riuscito a entrare nella Striscia il 13 gennaio. Il 15 gennaio, è stato richiamato dal Consolato. Chiedono che nessuno dorma a Gaza, chiedono massima cautela”. Il 14 gennaio ha avuto luogo il Meeting Aida (Association of international development organizations): una volta al mese, le organizzazioni che si occupano di sviluppo si incontrano per valutare la situazione. “Hanno condiviso preoccupazioni legate alla sicurezza, preoccupazioni avallate anche da Ganso, l’agenzia di sicurezza nella Striscia. Insomma, il livello di allerta è massimo”.

“I nostri organi hanno fatto un’analisi della situazione poco rassicurante, soprattutto dopo i fatti di Parigi. Potrebbero esserci ripercussioni anche qui. I palestinesi non hanno nessuna libertà di movimento, non possono fare nulla. Le frange più deboli non si sentono rappresentate dall’Autorità palestinese, e potrebbero vedere l’Isis come un’alternativa percorribile. Temiamo che gli atti di terrorismo che ci sono stati in Francia possano influenzare terrorismi anche in questi territori”. De Filicaia sottolinea come non si possa parlare di intifada, perché di scontri violenti ce ne sono, ma al momento sono solo casi isolati: “Purtroppo, sembra che stiano aumentando”. 

De Filicaia è a Ramallah per Gvc da 4 anni. Potrà restarci ancora un anno, e poi sarà costretto a fare ritorno: “Qui non ammettono deroghe. Se io sono restato qui per 5 anni consecutivi con un permesso lavorativo, posso scordarmi di tornare in queste zone in futuro”. Mai avuto paura? “No, mai. Ma tanto fastidio e molto nervoso quello sì. Ti senti bloccato e impotente, nessuno fa niente per te”.

Il 27 gennaio, intanto, presso l’edificio Altiero Spinelli del Parlamento Europeo a Bruxelles, Gvc concluderà ‘Daily life in Area C’, la campagna realizzata dall’ong per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alle condizioni di vita nei territori palestinesi occupati (nel 2014 ha toccato 10 città italiane). Per l’occasione saranno esposti 20 pannelli di immagini scattate da donne, bambini e uomini di 6 villaggi palestinesi e proiettato un documentario realizzato da studenti di 4 università palestinesi, per raccontare la quotidianità all’interno dei territori occupati attraverso gli occhi e la voce di chi l’occupazione la vive ogni giorno. La mostra è aperta da lunedì 26 a mercoledì 28 gennaio. 

Ambra Notari

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