E’ emergenza nel Sahel. Si stima che il numero di persone che a breve necessiteranno di un aiuto per fronteggiare la crisi alimentare possa aumentare fino a toccare i 6.5 milioni di persone. In Burkina Faso, dove GVC opera da anni, si è già triplicato rispetto allo scorso anno. E intanto in tutto il Sahel cresce il rischio di conflitti comunitari per il controllo della terra e delle risorse. Tutto questo in una regione già provata dai conflitti e dall’insicurezza, oltre che dalla presenza di 293mila sfollati interni e 718mila rifugiati.

 

LA CRISI ALIMENTARE NEL SAHEL         “Nel triangolo Burkina Faso-Niger-Mali, i centri di salute chiudono, il personale fugge, 1.200 scuole non sono rimaste aperte fino alla fine dell'anno scolastico, lasciando quasi 300.000 bambini privi di insegnamento” dichiara Silvia Pieretto, responsabile paese di GVC in Burkina Faso. Ed è proprio in questo contesto che l’organizzazione sta lavorando ininterrottamente per continuare a distribuire farine fortificate e buoni per sostenere in particolar modo le madri incinta, allattanti o con bambini che hanno pochi mesi. Sono proprio loro, infatti, i soggetti più a rischio. Eppure le donne sono anche coloro che riescono a sviluppare maggiori capacità di resilienza, in Africa così come in molti altri paesi del mondo.

 

LA STORIA DI SOPHIE IN BURKINA FASO        A dimostrarlo è anche la storia di Madame Minoungou Sophie, donna burkinabé di 63 anni che dopo un’esperienza nella ristorazione ha deciso di produrre e commercializzare prodotti alimentari essiccati, grazie alla sua piccola iniziativa imprenditoriale. “Le persone che mi erano vicine, mi credevano pazza. Dicevano che ero posseduta. Ogni notte perdevo ore a pensare a che cosa creare. Di giorno mettevo in pratica le mie idee, sperimentando le cose più insolite” dice. Inaspettatamente, la realtà che è riuscita a creare e che oggi gestisce insieme alla figlia Ines ha ricevuto riconoscimenti dall’UNESCO e dall’Organizzazione Africana della Proprietà Intellettuale. In questi giorni, Sophie e Ines hanno lavorato notte e giorno per produrre le prime due tonnellate di farine fortificate che GVC sta distribuendo a 650 bambini dai sei ai 23 mesi nella provincia del Soum, grazie a un progetto sostenuto da ECHO- European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations.

 

BUONI CONTRO LA FAME E LA CARESTIA         Non è un caso se la realtà da Sophie si chiama “Faso Ribo”, in djoula “il cibo della patria”. La volontà, infatti, è quella di invitare tutti a consumare i prodotti locali. E’ questa la chiave per far sì che il mercato non crolli e che l’economia locale reagisca. Anche se il primo effetto della crisi e della siccità è proprio l’aumento dei prezzi che moltiplica le difficoltà nel potere di acquisto dei singoli. Per questo la distribuzione di alimenti arricchiti per bambini e donne incinta e allattanti in Burkina Faso si sta rendendo sempre più necessaria a causa dell’inasprimento della crisi alimentare in tutto il Sahel. L’emergenza si sta facendo sempre più acuta. “L’acqua manca, il raccolto e il foraggio per il bestiame sono scarsi, i pastori hanno iniziato gli spostamenti stagionali con quattro mesi di anticipo: un record negli ultimi 30 anni” dichiara Silvia Pieretto. Purtroppo, però, il bestiame sta morendo e i prezzi degli alimenti stanno salendo vertiginosamente. GVC opera nell’emergenza per distribuire alimenti e voucher alimentari o in danaro alle famiglie più a rischio, senza però dimenticare di sostenere l’economia locale: le farine fortificate, infatti, vengono prodotte in loco e i buoni alimentari contribuiscono a sostenere i piccoli commercianti e agricoltori, contribuendo così a offrire una risposta alla crisi e sostenendo l’intera comunità, non limitandosi ai beneficiari diretti.

Bologna, 01 08 2018