Il 14 e 15 settembre si è svolto a Tunisi il primo Comitato di Pilotaggio del Progetto “WE GOV! Empowering MENA CSOs participation in policy making”, con la partecipazione delle diverse associazioni che compongono il partenariato: GVC e Ya Basta dall’Italia, Accun dalla Tunisia, Human Appeal International e Ma’an dalla Palestina, Amman Centre for Human Right Studies dalla Giordania e Fal dalla Libia.
Il Progetto, coordinato dal GVC con il cofinanziamento della Commissione Europea, si sviluppa in 4 paesi: Giordania, Palestina, Tunisia e Libia. L’obiettivo è quello di rafforzare il ruolo delle organizzazioni della società civile nei processi di riforma politica. Per questo le attività di We Gov! sono finalizzate ad accrescere il ruolo attivo delle associazioni, ampliandone le capacità e conoscenze attraverso formazioni nei meccanismi della governance, basata su pratiche di partecipazione e trasparenza, favorendo la costruzione di coalizioni d’azione e di scambio di buone pratiche a livello nazionale e regionale.
Lo scambio tra esperienze di paesi tra loro diversi può permettere un reciproco arricchimento ed un generale avanzamento dei processi democratici nell’intera area.
L’incontro di Tunisi ha permesso di approfondire la conoscenza dei molti partner implicati nel progetto e si è trasformato in un ricco scambio di riflessioni sul vasto tema della governance.
Trasparenza e partecipazione sono le parole chiave da declinare sia all’interno delle esperienze associative, come positivo esempio di relazione sociale, sia nel confronto con le istituzioni in tutte le loro articolazioni.
La costante condivisione si accompagnerà alla valorizzazione delle differenze di contesto, di fase, di complessità, di struttura istituzionale analizzate preventivamente in un diagnostico specifico per ogni paese.
La prima Formazione dei Formatori si svolgerà a novembre ad Amman in Giordania e si configura come un momento ricco ed articolato che intende toccare i diversi piani della governance. I beneficiari della FdF, selezionati attraverso criteri che si basano principalemtne sul bilanciamento di genere, la provenienza geografica e le precedenti esperienze, agiranno quindi come formatori a livello nazionale.
Lo scambio di buone pratiche, sia interne alle organizzazioni della società civile, sia riferite a esperienze istituzionali permetterà di contribuire ad un avanzamento reale dello sviluppo democratico. Non ci si è sottratti nella discussione nel condividere anche le reali difficoltà che processi positivi di governance incontrano in tutta la regione, nei singoli contesti nazionali e locali. Ma proprio a fronte delle spinte di destabilizzazione che attraversano l’intera area (basta pensare solo a quanto sta avvenendo in Libia) diventa ancora più importante avviare percorsi che possano rafforzare, ampliandone le capacità, le plurime esperienze che esistono, pur tra mille difficoltà, nella società civile organizzata.
Articolo di Vilma Mazza, Associazione Ya Basta - Padova