BEIRUT: LA RISPOSTA ALL’EMERGENZA NON DOVRÀ ESSERE L’UNICO SUPPORTO AL LIBANO PER I PROSSIMI ANNI

 


L'esplosione che ha avuto luogo il 4 agosto a Beirut - in cui sono andate perse 154 vite, sono rimaste ferite 5.000 persone e ne ha lasciate 300.000 senza tetto - non poteva arrivare in un momento peggiore per il Libano. Già scosso da un'acuta crisi socio-economica che ha decimato i mezzi di sussistenza di milioni di persone, il disastro del porto pone il Paese in una situazione estremamente precaria, aggravata ulteriormente della pandemia da COVID-19, senza una chiara fine in vista.

Dimostrando solidarietà, compassione e desiderio di aiutare i più vulnerabili, gli abitanti di Beirut e quelli di tutto il Libano sono andati ben oltre i loro mezzi nel dare una mano con le donazioni di sangue, nel dare rifugio alle famiglie senza tetto e nel ripulire le devastazioni causate dall'esplosione. È con questo spirito che le organizzazioni umanitarie, le istituzioni, i donatori e i governi di tutto il mondo devono unirsi al sostegno dato dal popolo libanese, non solo per fornire assistenza ai più vulnerabili ma anche per rispondere a bisogni strutturali profondi che garantiranno una ripresa duratura e resistente.

La priorità al momento è quella di comprendere e soddisfare i bisogni immediati della popolazione più colpita dall'esplosione, accertandosi che i servizi e le strutture sanitarie non siano sopraffatti e che le persone rimaste senza casa abbiano accesso a rifugi temporanei e cibo. WeWorld ha già iniziato a identificare i bisogni attraverso la sua Crisis Task Force, e si sta coordinando con altre organizzazioni umanitarie, soccorritori, autorità locali e con la Croce Rossa libanese. Tra le altre cose, sono state pianificate attività per soddisfare i bisogni di base, per la riabilitazione dei rifugi, per l’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari, per i miglioramenti delle infrastrutture e la distribuzione di denaro contante.

Le conseguenze negative dell'esplosione continueranno a farsi sentire per gli anni a venire. È della massima importanza che tutte le risposte messe in atto tengano conto della necessità di una pianificazione a medio e lungo termine, che consenta alle comunità di riprendersi rapidamente. Ad esempio, tra i bambini, il trauma deve essere affrontato con un sostegno mentale e psicosociale duraturo ed adeguato. Il nostro lavoro continuo con i bambini e le loro famiglie, ai quali forniamo sostegno dall'apprendimento a distanza alla promozione di altre attività educative, si adatterà alla nuova realtà che si trovano ad affrontare dopo l'esplosione.

La situazione attuale non deve degenerare in stasi; il soccorso d'emergenza non può essere l’unico pilastro per sostenere Beirut nei prossimi mesi o anni. Le comunità e la loro capacità di resilienza devono sempre essere il perno di ogni risposta, e la loro partecipazione attiva deve essere al centro dell'identificazione dei bisogni e dello svolgimento delle attività. Le organizzazioni umanitarie, le istituzioni delle Nazioni Unite, i donatori e i governi devono trovare il modo di collaborare e di integrare le attività reciproche attraverso programmi pluriennali, con finanziamenti flessibili e adattabili al mutare delle esigenze.

WeWorld continuerà a fornire aiuti d'emergenza, lavorando a stretto contatto con i suoi partner e con i soccorritori locali per garantire che la popolazione di Beirut possa uscire dalla crisi con vite migliori di prima. A seguito di una consultazione della VM Emanuela Del RE con le OSC presenti in Libano, oltre al varo di alcuni interventi di emergenza, è prevista l’istituzione di un meccanismo di coordinamento in Italia ed in Libano nello spirito della legge 125 per un intervento articolato ed ampio del sistema Italia (non solo MAECI ed OSC ma anche enti locali ed altri attori della cooperazione).