A MARIA ELENA BOSCHI LA DELEGA PER LE PARI OPPORTUNITÀ
La nostra piena fiducia affinché il tema della parità di genere sia sempre più una priorità del Governo.

 

Tante questioni urgenti: attuazione Piano Nazionale per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne,
linee guida nazionali per rendere operativo un Percorso di tutela delle vittime di violenza e una proposta di legge quadro nazionale.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato, al termine del Consiglio dei Ministri del 10 maggio, che a Maria Elena Boschi, attuale Ministra per le Riforme istituzionali, è assegnata la Delega per le Pari Opportunità, che il premier aveva tenuto per sé sin dalla formazione del suo esecutivo.

Si tratta di una scelta importante, che si attendeva da tempo, perché sono tante le questioni urgenti di cui la Ministra dovrà farsi carico: l’attuazione del piano nazionale di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, il varo delle linee guida nazionali volte a rendere operativo un Percorso di tutela delle vittime di violenza e una proposta di legge quadro nazionale, che metta insieme la questione delle pari opportunità e della prevenzione della violenza.

Dopo le dimissioni della consigliera Giovanna Martelli, le associazioni e le organizzazioni che si occupano di diritti delle donne avevano sollecitato un impegno politico più forte sul tema. Il Dipartimento per le pari opportunità ha infatti in carico il coordinamento delle azioni e dei piani per l'attuazione delle politiche di contrasto alla violenza sessuale e di genere e agli atti persecutori, il piano nazionale contro la tratta, la  promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e sull’origine etnica.

Ma è soprattutto nella prevenzione e nel contrasto della violenza domestica, che con questa nomina ci sia attende il rilancio di una politica nazionale. Il recente Piano antiviolenza, da poco entrato nella fase operativa, con la conclusione dei primi bandi di finanziamento delle reti antiviolenza territoriali, rischia di apparire incompleto, senza una forte guida politica che sappia indicare obiettivi di medio e lungo periodo.

Il fenomeno della violenza domestica non è infatti una questione privata ma un grave problema sociale che interessa in profondità il nostro paese. Oltre 6 milioni di donne (dati ISTAT) hanno subito una qualche forma di violenza nell’arco della propria vita. Ogni anno l’Italia spende ca. 17 Miliardi euro in costi sociali e economici causati dalla violenza contro le donne (costi di giustizia, ordine pubblico, sanitari, assenze dal lavoro etc.: si veda la nostra Indagine Quanto costa il silenzio?).

Sarebbe fin troppo facile indicare alla Ministra Boschi le questioni di fondo che nel nuovo incarico si troverà ad affrontare: dalla sproporzione tra i fondi disponibili per prevenire e contrastare il fenomeno, in collaborazione con Regioni, associazioni e fondazioni (solo poche decine di milioni rispetto a 17 Miliardi), alla mancanza di una legge quadro nazionale che metta insieme la questione della pari opportunità e della prevenzione della violenza e vada oltre la logica di Piani nazionali dal respiro corto e dalle risorse scarse.

Sul tavolo  vi sono però anche questioni urgenti. La recente Legge di Stabilità ha previsto il varo di linee guida nazionali volte a rendere operativo un Percorso di tutela delle vittime di violenza, con  particolare  riferimento  alle vittime di  violenza  sessuale,  maltrattamenti  o  atti  persecutori (stalking).

Su questo tema ci auguriamo che la Ministra Boschi sappia trovare una sintesi tra le diverse esperienze in atto a livello locale (che sommano ormai a diverse decine,  tra cui il nostro programma SOStegno donna presso gli ospedali Riuniti di Trieste, l’Ospedale Galliera di Genova e l’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma), valorizzando quanto di buono fatto finora, perché la presa in carico delle donne vittime di violenza avvenga in un contesto di cooperazione tra attori pubblici (ospedali, procure, forze dell’ordine) e enti non profit (fondazioni, associazioni e centri antiviolenza).

In particolare le reti dei servizi, che dovranno prendere in carico le donne che si recano al pronto soccorso, devono  reggersi su nodi operativi e di indirizzo che vedano un ruolo chiaro per il non profit, soggetto che ha spesso funto da asse portante di ogni forma di assistenza per le donne ed i bambini vittime di violenza.

Un compito non facile quello affidato alla Ministra Boschi, sulla quale riponiamo grande fiducia perché possa farsi portavoce delle tanti questioni urgenti in tema di pari opportunità.