EMERGENZA COVID-19: CHIEDIAMO CHE TUTTI IN LIBIA ABBIANO UN ACCESSO EQUO E NON DISCRIMINATORIO A CURE MEDICHE

 

(English version below)

Il Forum INGO Libia, di cui facciamo parte, ha lanciato un appello chiedendo alle autorità libiche di permettere a tutti di accedere in modo equo e non discriminatorio ai servizi sanitari nel Paese, dove il primo caso di COVID-19 è stato registrato il 24 marzo.

La mancanza di personale medico specializzato, attrezzature mediche e la capacità medica complessiva di rispondere ai bisogni sanitari emergenti potrebbe portare a una quantità impensabile di morti, se il conflitto in corso non cessa. 
Pertanto, chiediamo a tutte le parti in conflitto di concordare urgentemente un cessate il fuoco e di desistere immediatamente dalle ostilità, per consentire una risposta umanitaria immediata ed efficiente alla minaccia del Covid-19.

Le restrizioni alla libera circolazione o altre misure istituite dalle autorità nazionali e locali devono essere applicate in modo equo e non discriminatorio a tutti, libici e non libici.

Il Covid-19 potrebbe avere conseguenze drammatiche su tutta la popolazione e in particolare sui gruppi più vulnerabili in Libia, che hanno già riferito di avere un accesso limitato alle cure mediche, all'igiene e ad altri servizi di base. Nella crescente risposta alle emergenze in Libia, la pianificazione della risposta all’epidemia deve riflettere questa realtà.

Infine, la comunità internazionale non deve voltare le spalle alla Libia e ai paesi in emergenza e agire in modo solidale. Di conseguenza, i donatori dovrebbero garantire la disponibilità e la flessibilità dei finanziamenti in questo periodo di grande difficoltà, per consentire agli attori umanitari di adattare e aumentare la propria risposta in questo momento estremamente critico.

Per leggere l’appello completo clicca qui.

COVID-19 emergency: We call on Libyan authorities to grant equal and fair access to medical services to all people in Libya

 The Libya INGO Forum, of which we are a member organisation, is calling on Libyan authorities to grant equal and fair access to medical services to all people in Libya, where the first COVID-19 case was recorded on 24th March.

As a result of the ongoing conflict, Libya’s health system is severely challenged. Lack of specialized medical staff, medical equipment, and the overall medical capacity to respond to the emergent health needs can lead to an unthinkable amount of lives lost if conflict does not end. We, therefore, call upon all parties to the conflict to urgently agree to a ceasefire and immediately desist from hostilities to enable an immediate and efficient humanitarian response to the Covid-19 threat.

Restrictions on freedom of movement, or other measures instituted by national and local authorities, should be applied fairly to all, Libyan and non-Libyan, in a non-discriminatory manner.

The COVID-19 virus is expected to have dramatic consequences on all the population, and particularly on all vulnerable groups in Libya, who already report having limited access to medical care, basic hygiene, and other basic services.

The epidemic response planning must be reflective of this reality in the compounding emergency response in Libya.

The international community must also not turn its back to Libya and complex emergency countries, and act in solidarity. Consequently, donors should ensure the availability and flexibility of funding in these deeply challenging times. This will enable humanitarian actors to adapt and scale up their response at this most critical time.

To read the appeal in full click here.