SEGNALI IMPORTANTI VERSO UN PIANO NAZIONALE DI LUNGO PERIODO PER PREVENIRE E CONTRASTARE LA VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE.

 

La violenza sulle donne, oltre ad essere un grave fenomeno sociale, causa danni economici, che per il l’Italia sono stati stimati da WeWorld, sulla base dei dati Istat, in 17 miliardi (leggi l’ indagineQuanto costa il silenzio). La violenza colpisce anche i bambini, che ne sono testimoni, in due casi su tre, e vittime essi stessi, in un caso su 4. Non c’è più tempo da perdere per avviare una sempre più necessaria azione strutturata. Come mostrato nell’indagine di WeWorld, presentata alla Camera dei deputati lo scorso 1 marzo, “Violenza sulle Donne. Non c’è più tempo. Quanto vale investire in prevenzione e contrasto. Analisi SROI (Social Return on  Investment ) delle politiche , un investimento di 1 euro ne genererebbe 9 in ritorno sociale (per minori costi o maggior benessere creato per le donne e i bambini interessati dalla violenza domestica). Le responsabilità collettive sono quindi enormi: sapere che con poco si potrebbe fare tanto, è intollerabile, se non conduce immediatamente all’azione. L’indagine di WeWorld è a disposizione del Dipartimento per le Pari Opportunità e speriamo che stimoli la presentazione di un Piano nazionale, meno “straordinario” quanto più ricco di prospettiva dei precedenti: serve infatti un’ azione nazionale strutturata, di lungo periodo, con azioni di prevenzione, contrasto e cura per le donne ed i bambini interessati.

WeWorld, con il Programma SOStegno Donna (leggi il rapporto "SOStegno Donna”) all’interno dei Pronto Soccorso degli ospedali di Roma e Trieste, gestisce un servizio aperto 24 ore su 24, sette giorni su sette per proteggere le donne vittime di violenza e, se necessario, anche i loro figli e negli Spazi Donna WeWorld presenti a Napoli (San Lorenzo e Scampia) a Palermo (Zen e Borgo Vecchio) e Roma (San Basilio), ha creato ambienti favorevoli, per far emergere le situazioni più difficili e dare una risposta concreta alla violenza sommersa, quella che nemmeno le vittime riconoscono, una violenza che si manifesta con soprusi economici, psicologici che cominciano da bambini. Sono spesso questi i luoghi nei quali si può ascoltare la voce delle donne, dove il silenzio viene spezzato e la violenza viene riconosciuta da chi l'ha subita. In un anno di attività 1.000 donne vittime sono state assistite all’interno dei Pronto Soccorso e 900 negli Spazi WeWorld per le Donne, con i loro figli.

Finalmente, però, anche le istituzioni si stanno muovendo e dal 2013 con la ratifica anche in Italia della Convenzione di Istanbul, voluta dal Consiglio d’Europa, segnali sempre più importanti indicano che ci si sta incamminando versa la direzione giusta. La legge di stabilità del 2016 ha previsto l’istituzione, nelle aziende sanitarie e ospedaliere, di un percorso di protezione a tutela delle persone vulnerabili vittime della altrui violenza, con particolare riferimento alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti o atti persecutori (stalking) e la definizione di apposite linee guida, volte a rendere operativo tale percorso.

Per dare attuazione a quanto previsto dalla Legge di stabilità, nell’ambito dell’Osservatorio, voluto dal Piano straordinario antiviolenza del 2015, sono stati costituiti dei gruppi di lavoro tematici al fine di attualizzare quanto richiesto dal Piano stesso e dalla normativa vigente. A tali tavoli partecipa anche WeWorld, condividendo l’esperienza del Programma SOStegno Donna. A breve saranno quindi disponibili delle Linee guida nazionali per l’attuazione di un Percorso Donna nelle aziende sanitarie ed ospedaliere che definiranno: gli attori coinvolti nell’erogazione del servizio di presa in carico delle donne a rischio, le diverse tipologie di destinatari dei servizi (donne e bambini innanzitutto), i contenuti dei moduli formativi per tutti gli attori sanitarie e non coinvolti, le modalità di raccolta di referti e prove documentali (indispensabili in eventuali azioni di denuncia dei maltrattanti), le caratteristiche degli spazi dedicati nel pronto soccorso, i criteri di monitoraggio e raccolta dei dati per la misurazione del fenomeno e della qualità dei servizi e le modalità di interazione tra i vari soggetti della rete: operatori sanitari, centri antiviolenza, fondazioni ed associazioni, forze dell’ordine, servizi legali e sociali etc.

L’adozione delle linee guida è un segnale importante, di una promettente collaborazione tra attori pubblici e privati che necessariamente dovrà portare alla elaborazione condivisa di un Piano nazionale, non più straordinario, ma di lungo periodo, per affrontare quello che è, secondo l’OMS, un grave fenomeno sociale profondamente radicato in tutti i paesi.