Si è conclusa lunedì scorso la diciannovesima edizione di Biografilm a Bologna, un Festival cinematografico che vuole porre al centro dell’attenzione del pubblico le questioni politiche e sociali che fanno parte della quotidianità in cui viviamo.
Quest’anno, WeWorld ha fatto parte della rete di collaborazioni e sinergie sul territorio locale con cui il Festival condivide il proprio forte impegno sociale, Arca di Noè, La Casa delle Donne per non subire violenza, il Cassero LGBTI+ Center, Gruppo Trans, Next Generation Italy, Period Think Tank e BURŌ Cafè. Abbiamo anche avuto l’occasione di organizzare insieme un evento del Biografilm Off, insieme al regista palestinese Khaled Jarrar, per parlare dell’importanza del suo film “Notes on Displacement” e del perché lo abbiamo scelto come l’opera in concorso che rappresenta il lavoro di sensibilizzazione e di informazione che svolgiamo come Organizzazione sul territorio italiano per parlare di crisi mediatiche e crisi dimenticate.
Questo film è stato il vincitore di uno dei tanti premi in palio: il Premio Manifesto, consegnato al migliore film di Contemporary Lives dalla Giuria formata da rappresentanti delle varie associazioni prima citate, e da WeWorld. La motivazione della sua vittoria è stata la seguente:
“Un viaggio insieme a una famiglia verso l’Europa. Un ritratto molto vivido di cosa significa il percorso migratorio. Sincero e rappresentativo di un grande dramma, permette di immergersi insieme alla famiglia protagonista e al regista, che affronta lui stesso il viaggio. Notes on Displacement dà voce a chi non ha voce, parla di Palestina senza parlare di Palestina, raccontando cosa significa dover lasciare la propria terra e non veder riconosciuta la propria identità, quel ‘displacement’ che la protagonista Nadira vive due volte. Il film riesce a mostrare uno sguardo reale e senza filtri. Un viaggio che restituisce alcune delle domande che non si chiudono nella narrazione cinematografica: l’odissea delle persone rifugiate è accompagnata in modo organico e completo, e dimostra una volta di più la necessità di una risposta europea al tema. Al pubblico arriva diretto un forte senso di sgomento e rabbia, accompagnato da una necessaria assunzione di responsabilità da cittadine e cittadini europee”.