La giovane famiglia di Farhan vive a Al Rashayda, un remoto villaggio beduino situato nella zona di Betlemme, in Cisgiordania. La famiglia estesa include Farhan, sua moglie incinta di gemelli, due figli, i genitori anziani e la famiglia di suo fratello (in totale 30 persone). La famiglia condivide un grande gregge di pecore, capre e cammelli che nel suo complesso richiede elevate quantità d’acqua. Poiché le autorità israeliane limitano la costruzione delle infrastrutture necessarie per assicurare l’acqua per soddisfare le esigenze primarie, la famiglia di Farhan ripiega sull’acqua piovana raccolta durante l’inverno (la cui disponibilità dipende fortemente dalle condizioni climatiche) e dall’acqua comprata da venditori privati presso i villaggi vicini, che la portano a Farhan con trattori o autocisterne. 

Il consumo mensile della famiglia di Farhan si aggira attorno ai 120 metri cubi, ed include l’acqua destinata al bestiame - pecore, capre e cammelli. La famiglia paga l’acqua che compra fino a 40 NIS (9.60 €) al metro quadrato, finendo per spendere una parte consistente del reddito nell’acquisto di acqua.

Farhan riposa mentre fa pascolare le pecore a poca distanza dal villaggio beduino. Due volte al giorno le oltre 120 pecore della famiglia di Farhan devono essere portate al pozzo a circa 3 chilometri di distanza da dove vive, in quella che Israele ha dichiarato essere una “firing zone” – ovvero, una zona militare chiusa per addestramenti militari. Il gregge rappresenta la principale fonte di reddito per la comunità, ma sta diventanto sempre più difficile da mantenere a causa delle restrizioni imposte dalle autorità israeliane sull’accesso alla terra e all’acqua. 

Ali (5 anni), il figlio di Farhan, e suo cugino Aid (12) accompagnano le pecore ad abbeverarsi. Il viaggio al pozzo e quindi alla “firing zone” dev’essere intrapreso due volte al giorno da Ali e Aid, o da altri membri della famiglia.

La madre di Farhan dà acqua alle pecore da un serbatoio.

La madre di Farhan e suo nipote Aid fissano delle taniche agli asini. Ogni giorno, vari membri della famiglia portano acqua alle varie tende di parenti sparse nella zona.

I nipoti di Farahan nel loro viaggio quotidiano per rifornire d’acqua le diverse parti del villaggio beduino.

Vecchio serbatoio rimorchio che in passato veniva usato per portare l’acqua dal punto di rifornimento alla comunità beduina, ma che attualmente necessita di riparazioni ed è pertanto impiegato come serbatoio in cui conservare l’acqua. I serbatoi rimorchio sono spesso utilizzati per rifornire d’acqua le comunità situate in Area C.

Una bambina gioca con un capretto a Al Rashayda.

Venditori privati forniscono d’acqua la comunità di Al Rashayda mediante autocisterne o trattori. L’amministrazione civile israeliana nega sistematicamente ai palestinesi residenti in Area C il diritto di costruire qualsiasi tipo di struttura permanente (ad esempio, cisterne per la raccolta di acqua piovana o strutture per garantire l’accesso all’acqua corrente, l’elettricità, l’educazione, le cure mediche).

Cammelli tornano al villaggio alla ricerca d’acqua durante la notte, quando le temperature calano. Un cammello adulto può bere fino a 200 litri d’acqua alla volta.

L’acqua è essenziale per ogni essere umano. Per i palestinesi che vivono nelle zone della Cisgiordania occupata designate come Area C (ovvero sotto totale controllo militare e civile israeliano), l’acqua rappresenta anche uno strumento indispensabile per restare sulla propria terra e portare avanti lo stile di vita tramandato di generazione in generazione. 

Giorno dopo giorno, tuttavia, il loro accesso all’acqua viene ulteriormente limitato in quanto le autorità occupanti israeliane controllano e limitano lo sviluppo da parte dei palestinesi di infrastrutture idriche nell’Area C della Cisgiordania. Gli Accordi di Oslo II, inoltre, attribuiscono ai palestinesi solo una piccolissima porzione di quelle risorse idriche che dovrebbero invece essere equamente condivise. 

Questo reportage è stato realizzato dal gruppo EWASH nell'ambito della campagna Thirsting for Justice