DONNE E COVID-19: UNA PROSPETTIVA FEMMINILE DEGLI IMPATTI DELLA PANDEMIA


Così come in Italia, anche nel resto del mondo l’emergenza causata dal Covid-19 sta pesando sulle donne e sta evidenziando le disuguaglianze di genere esistenti. Eppure, anche se nascosto e svalorizzato, il lavoro domestico e di cura di cui le donne si stanno facendo carico nelle loro case costituisce la base per affrontare questa crisi sanitaria ed economica.

Anche in Guatemala – dove realizziamo progetti di sicurezza alimentare, gestione del rischio, resilienza e adattamento al cambiamento climatico - le donne che seguiamo con il progetto REACT finanziato dall’iniziativa di volontariato internazionale EU Aid Volunteers, parlano di come il COVID-19 incide sulla loro vita personale, famigliare e comunitaria. La crisi sanitaria è chiaramente un motivo di preoccupazione, soprattutto quando si tratta della salute dei propri cari, come nel caso di Viviana, della comunitá di Piache, la cui madre soffre di ipertensione, o nel caso di Drindy Azucely, della comunitá di San Ramón, che è incinta e spera che la situazione migliori prima del parto.

Sabrina, presidentessa della Rete delle Donne, ha sottolineato il fatto che le donne devono uscire per forza di casa per svolgere commissioni e fare la spesa e temono di contagiare i propri famigliari tornando a casa. E non solo. Le donne sono preoccupate anche per la salute psicologica dei propri figli con la chiusura delle scuole, i bambini e gli adolescenti hanno iniziato a ricevere i compiti dai maestri, tuttavia le mamme li vedono annoiati, frustrati e addirittura disperati dal fatto che non possono vedere i loro amici.

La pandemia ha inoltre generato una grave crisi economica che colpisce in particolar modo le persone che vivono del lavoro saltuario. “Come si dice da noi: día ganado, día comido (giorno guadagnato, giorno mangiato, ndr)”, racconta Ana María del Barrio Santa Ana. Tomasa, della comunità di Cancabal, è un chiaro esempio di questa situazione: al momento non ha alcun reddito perché non può andare a vendere al mercato.

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A causa della pandemia, oggi, le persone che hanno bisogno di aiuti alimentari d’emergenza sono 570 mila in più che a inizio anno. La fame e la denutrizione come effetti indiretti del COVID-19 si fanno sentire specialmente nella regione del Corridoio Secco, un’area già colpita dalla carestia stagionale. Come responsabili dell’acquisto e della preparazione del cibo all’interno del nucleo famigliare, le donne sono in prima linea nell’affrontare la crisi alimentare e si preoccupano della disponibilità, del prezzo e dell’accesso agli alimenti della loro dieta.

Francisca, della comunità di Cieneguillas, spiega che per il momento nella sua famiglia non è mancato il necessario, ossia il mais, alla base della preparazione delle tortillas, il piatto principale nelle comunità. Ricorda che all’inizio della pandemia il prezzo del mais era salito, ma il governo è riuscito a regolarizzarlo. Benché non possano mangiare carne tutti i giorni, hanno le loro “erbette, fagioli e pomodori”. Francisca però è stata costretta a dedicare più tempo alla preparazione dei pasti, al lavaggio dei vestiti e al supporto ai figli nei compiti scolastici. “La mamma deve moltiplicarsi nel suo lavoro di responsabilità, però non può neanche abbandonare i figli a se stessi”.

Se da un lato il lavoro di cura è aumentato, d’altro lato il confinamento ha portato a un maggiore coinvolgimento dei padri e dei figli nelle mansioni domestiche. Dolores Marilena vive con il marito e la suocera di 95 anni, ha tre figli e sta approfittando della situazione attuale per passare più tempo con la sua famiglia: “Normalmente tutti venivano a casa solo per pranzare, non c’era tempo di parlare. Adesso invece, ci dedichiamo al nostro orto e ai fiori, è molto bello questo ricongiungimento con i miei bambini”.

La speranza di tutte è che presto si possa tornare alla vita di prima, come ricorda Tomasa “quando si poteva uscire, andare a vendere e aiutare le altre persone, perché adesso né loro ti possono aiutare né tu a loro”.
Le interviste sono state realizzate grazie alla disponibilità delle donne che hanno acconsentito a raccontarci la loro quotidianità durante la pandemia. Si ringraziano anche María Cristina Ávila e Francisca Calderón dell’Ufficio delle donne di Malacatancito per il loro appoggio nell’organizzazione dell’attività.