I numeri dell'acqua

Le risposte del test:

  1. Nel Mondo donne e bambine dedicano oltre 200 milioni di ore della loro vita alla raccolta di acqua potabile.
  2. Nel Mondo 1 persona su 10 non ha accesso all’acqua potabile, questo vuole dire che 663 milioni di persone non possono bere acqua pulita.
  3. In Africa ogni 3 minuti un bambino muore a causa dell’acqua impura.
  4. Da 50 anni ci impegniamo a portare acqua pulita dove non c’è.

L’accesso all’acqua è un diritto umano riconosciuto dall’ONU e sancito anche all’interno dell’agenda 2030, con gli obiettivi 6 e 16.

Da sempre lavoriamo per garantire acqua potabile, servizi igienico-sanitari e infrastrutture, promuovere l’educazione all’igiene e la lotta allo spreco.

Nel 2021 lo abbiamo fatto in 8 paesi: Burundi, Kenya, Libano, Libia, , Mozambico,Nicaragua, Palestina e Siria coinvolgendo oltre un milione di persone, con interventi mirati per rispondere ai diversi contesti.

In Libano abbiamo lavorato con il settore pubblico per migliorare la gestione delle risorse idriche. Abbiamo costruito e riabilitato impianti di acqua potabile in Siria, Libia e Palestina. Sempre in Palestina abbiamo lavorato sul tema delle acque reflue con interventi diretti e formazione agli agricoltori.

È stato favorito l’accesso all’acqua e all’igiene nelle scuole in Kenya, Mozambico e in Siria, garantendo i servizi igienico-sanitari con una particolare attenzione all’inclusione delle bambine. In Burundi e Libia abbiamo distribuito kit igienici per contrastare la propagazione di epidemie.

In tutti i paesi abbiamo organizzato corsi di formazione e campagne di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sul diritto all’acqua e sulle norme igieniche.

Nel 2021 abbiamo lavorato in 8 paesi che negli ultimi anni hanno visto aumentare fenomeni climatici estremi, con pesanti ripercussioni sulle comunità locali. in Bolivia, Perù, Nicaragua e Mozambico – dove le comunità sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici - abbiamo rafforzato la capacità di riduzione del rischio di disastri naturali (drr) coinvolgendo comunità, scuole e autorità locali nella pianificazione e gestione del territorio.

In Burundi abbiamo dotato 28 centri sanitari e 8 scuole di impianti fotovoltaici e fornito lampioni solari nei campi profughi e nelle comunità ospitanti, oltre a formare ireferenti locali sull’utilizzo delle apparecchiature.