I paesi destinatari dell’iniziativa hanno tra loro differenti livelli di investimento nell’industria cinematografica e nella promozione dello sviluppo umano tramite il sostegno al settore culturale - da intendersi come settore funzionale anche alla creazione di posti di lavoro. Si riscontrano tuttavia somiglianze in termini di esigenze e di vincoli correlati alla promozione dell’industria cinematografica.

I paesi coinvolti soffrono la mancanza di opportunità e di legittimazione per i professionisti donne nel mondo del cinema e necessitano di riforme del settore culturale che siano tese a elaborare politiche più efficienti ed efficaci a livello locale, nazionale e regionale. Ancora, si registrano scarse opportunità di avere accesso a fondi per le organizzazioni della società civile (CSOs) e per progetti indipendenti, specie se destinati alle zone rurali; in ultimo sono evidenti le difficoltà di interazione con luoghi di interesse culturale quando questi sono dislocati in aree remote, oppure nei campi profughi. Sia in ambito nazionale che internazionale si registrano forti debolezze in termini di accesso al mercato cinematografico - indipendente, oppure mainstream. In generale si può dire che manchi una strategia nazionale e regionale per l’ampliamento di un pubblico interessato ai prodotti culturali. Nella regione vi è dunque la comune necessità di avviare un processo di analisi, consultazione e dialogo intorno al ruolo dell’audiovisivo – da intendersi come mezzo funzionale a migliorare e trasmettere, tra le altre cose, un’immagine femminile non stereotipata. In relazione a ciò, la cultura va da intendersi come mezzo di trasmissione di un messaggio che incentivi l'uguaglianza di genere.