DA FREQUENZA200 AL NUOVO PROGETTO R.E.A.C.T.

 

Il programma Frequenza200, che WeWorld porta avanti in Italia dal 2012, propone un modello contro la dispersione scolastica che si basa su una prospettiva di inclusione educativa: il progetto si rivolge in primis ai ragazzi ed alle ragazze, ma il raggio di intervento si amplia coinvolgendo la comunità educante locale, che è costituita dai docenti, dalle famiglie, dai negozianti e dalla società civile del quartiere in generale, in un’ottica di attivazione comune per prevenire il disagio sociale ed educativo. Negli anni, il lavoro più complesso si è dimostrato proprio l’ingaggio dei diversi attori della comunità, in termini di sensibilizzazione e di condivisione dei principi e delle finalità del progetto, anche in un’ottica di responsabilizzazione dei singoli, in particolare per quanto riguarda le famiglie.

Nei contesti in cui opera Frequenza200, generalmente periferie urbane caratterizzate da degrado, povertà materiale, microcriminalità e contesti migratori, le famiglie hanno quasi sempre una bassa scolarizzazione, una fragile situazione lavorativa e associano alla scuola poche prospettive di cambiamento e opportunità di ascesa sociale. Di conseguenza, non propongono stimoli culturali nel contesto domestico e non curano a sufficienza il percorso educativo dei figli, trascurando l’importanza della motivazione, della promozione dell’autostima, producendo una sorta di trasmissione inter-generazionale della povertà educativa. Di frequente l’approccio nei confronti della scuola è anzi di antagonismo e conflittualità.
La bassa scolarizzazione spesso va di pari passo con una genitorialità agita in modo istintivo, in cui viene lasciato poco spazio alla riflessione e all’auto valutazione.

Abbiamo intervistato, a questo proposito, la coordinatrice del progetto Frequenza200 a Milano, rispetto al ruolo delle mamme, sulle modalità con cui seguono i propri figli in relazione al percorso scolastico.
Alla fine dell’anno si è notato che le mamme si sono trovate per la prima volta ad esplicitare a se stesse, prima ancora che agli altri, i propri comportamenti in relazione al percorso scolastico dei figli.
L’intervento svolto nell’arco dell’anno, tradotto in momenti di socializzazione, attività di counselling individuale e incontri di gruppo su tematiche legate a studio e orientamento, ha accresciuto in loro la consapevolezza che in relazione all’età e al livello di autonomia del figlio il proprio comportamento può e deve cambiare. L’individuazione di diversi ambiti di azione (controllo diario, aiuto compiti, rapporto con i docenti) ha attivato una riflessione sul fatto che, a prescindere dal proprio livello di competenza, c’è sempre almeno un ambito nel quale si può agire in modo pieno ed efficace la propria genitorialità.

Questo lavoro conferma l’importanza di un intervento che metta in relazione forte gli interlocutori scuola e famiglia, rendendo possibile quindi  un significativo miglioramento del benessere dei ragazzi e delle ragazze,  che rappresentano i beneficiari principali dell’intervento. Frequenza200 ha evidenziato negli anni l’importanza di agire a partire dal centro delle relazioni, valorizzando il ruolo della comunità e dei rapporti di prossimità che i minori vivono quotidianamente.

La comunità educante è il motore che verrà ulteriormente sviluppato nel lavoro del nuovo e complesso progetto R.E.A.C.T. - Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio, sostenuto da Impresa Sociale Con I Bambini a partire da settembre 2018. Un progetto articolato e trasversale a livello nazionale che coinvolgerà uno o più quartieri di sei città - Torino, Milano, Roma, Aversa, Palermo, Cagliari - andando a coinvolgere in 3 anni oltre 3000 tra ragazzi e ragazze per cambiare la loro situazione di disagio o, meglio, di povertà educativa.