25 novembre – giornata internazionale contro la violenza sulle donne

WEWORLD PRESENTA SOSTEGNO DONNA:
DALLA SPERIMENTAZIONE ALL’ELABORAZIONE DI UN MODELLO NAZIONALE
DI INTERVENTO NEI PRONTO SOCCORSO

 

Dopo i primi 3 anni di sperimentazione del progetto SOStegno Donna, uno spazio aperto H24 all’interno di alcuni dei principali Pronto Soccorso degli Ospedali Italiani, WeWorld, Organizzazione Non Governativa che si occupa di garantire i diritti di donne e bambini in Italia e nel Sud del Mondo, presenta il 23 novembre alla Camera dei Deputati, l’elaborazione di un modello che possa essere utile alla definizione delle linee guida nazionali.

Leggi il Modello SOStegno Donna WeWorld 

Insieme a Marco Chiesara, Presidente di WeWorld: Valeria Fedeli, Vice Presidente Senato; Maria Teresa Amici, Sottosegretaria di Stato del Ministero per le Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento e per le Pari Opportunità; Nicola Bazzani, Consigliere Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Valeria Emmi - Coordinatrice Programmi per i Diritti delle Donne WeWorld Onlus; Rappresentanti aziende ospedaliere partner (AOSCF, Galliera, ASUITS), Assessore regionali: Rita Visini – Regione Lazio; Sonia Viale – Regione Liguria e Deputate esperte Roberta Agostini ed Elena Centemero. A moderare la giornalista Maria Rita Grieco. Al termine della presentazione del modello WeWorld ha presentano la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne #potreiessereio sostenuta da Ferrovie dello Stato.

Nel nostro Paese 1 donna su 3 subisce violenza e nella stragrande maggioranza dei casi l’abuso avviene   per mano del partner, dell'ex o di un familiare. La violenza domestica è una delle principali cause di morte della popolazione femminile mondiale. In Italia perde la vita per mano di un uomo una donna ogni 3 giorni.

Solo poco più dell’11% denuncia il proprio aggressore, mentre quasi il 20% delle vittime non ne parla con nessuno durante tutta la propria vita.

Un problema strutturale, dunque quello della violenza sulle donne che dovrebbe prevedere una risposta strutturata a livello nazionale.

Ma come far emergere il sommerso, come intercettare chi ha bisogno di aiuto? Il numero di donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso è nettamente superiore a quello delle donne che si recano ai Centri antiviolenza, ai consultori, ai servizi sociali, ai servizi di volontariato, alle Forze dell’Ordine. Le donne che subiscono violenza, inoltre, hanno più problemi di salute e sono costrette a ricorrere a cure sanitarie mediamente in misura 3 volte superiore rispetto al resto della popolazione

E’ proprio negli ospedali, nei Pronto Soccorso in particolare che è possibile - più che in altri luoghi - intercettare queste donne e offrire loro un aiuto con personale specializzato pronto a riconoscere la violenza e a offrire un ascolto qualificato. Per questo WeWorld crede che un intervento come SOStegno Donna debba diventare una prassi nazionale”. Dichiara Marco Chiesara, Presidente di WeWorld.

Le caratteristiche peculiari del modello SOStegno Donna di WeWorld sono cinque:

  1. APPROCCIO GENDER SENSITIVE: un modello che tiene conto delle discriminazioni contro le donne e quindi attento alle questioni di genere.
  2. OPERATRICI SPECIALIZZATE ANTIVIOLENZA: il modello SOStegno Donna prevede la presenza all’interno del Pronto Soccorso di operatrici debitamente formate sul tema della violenza contro le donne. Operatrici antiviolenza dunque, psicologhe affiancate da altre figure professionali - le assistenti sociali - in grado di accogliere la donna e indirizzarla ai servizi del territorio.
  3. FORMAZIONE PERSONALE OSPEDALIERO: senza un’adeguata formazione del personale ospedaliero in stretta sinergia con le operatrici antiviolenza, il modello risulterebbe inefficace e di difficile applicazione.
  4. RETE: il modello SOStegno Donna si fonda sulla costante relazione con la rete dei servizi territoriali, pubblici e privati.
  5. MONITORAGGIO: necessario e trasversale per avere a disposizione dati quantitativi sul numero di donne che hanno avuto accesso al Servizio e di eventuali ri-accessi, sulle caratteristiche demografiche di vittime e aggressori, sul numero di recidive.

Un approccio, quello di SOStegno Donna di WeWorld, che rispetta e applica le Linee Guida cliniche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2013) che definiscono che la presa in carico delle donne da parte delle istituzioni coinvolte nella rete non deve essere intesa come un intervento calato dall’alto, che vittimizzi le donne e le appiattisca a fruitrici di servizi a loro dedicati, ma deve favorire “l’autonomia decisionale della donna”, offrendo “cure centrate sulle donne e decisioni condivise”. Il tutto rientra in quello che viene definito: approccio gender sensitive.

È la stessa Legge di Stabilità 2016, artt. 790 e 791 che istituisce “nelle aziende sanitarie e ospedaliere, un percorso di protezione denominato «Percorso di tutela delle vittime di violenza», con la finalità di tutelare le persone vulnerabili vittime della altrui violenza, con particolare riferimento alle vittime di violenza sessuale, maltrattamenti o atti persecutori (stalking).”

In attesa di Linee guida nazionali, volte a rendere operativo tale percorso (art. 791), SOStegno Donna intende dunque contribuire al dibattito sul tema in modo puntuale, attraverso dati ed evidenze empiriche, utili alla definizione di tali Linee. Attingere alle esperienze e prassi territoriali, che da diversi anni vengono già praticate per promuovere interventi omogenei e integrati a livello nazionale, è una responsabilità politica che con questo Modello WeWorld intende sollecitare”. Conclude Chiesara.

RACCOMANDAZIONI

WeWorld ha, quindi, elaborato una serie di Raccomandazioni per gli attori (Stato, Regioni e Aziende Sanitarie) preposti a definire un modello nazionale per la presa in carico delle donne vittime di violenza di genere all’interno del Sistema Sanitario Nazionale a partire dalla loro accoglienza nel Pronto Soccorso:

  1. APPROCCIO DI GENERE COME PRASSI NAZIONALE: un’azione come quella di SoStegno Donna dovrebbe diventare parte integrante dell’offerta socio-assistenziale di ogni Azienda ospedaliera, mantenendo un approccio di genere.
  1. DAL Modello SOStegno Donna:
    1. presenza di operatrici specializzate nell’accoglienza delle donne vittime di violenza per offrire un servizio alle donne in un’ottica di genere;
    2. investimenti specifici per la formazione del personale medico ed infermieristico di Pronto Soccorso per riconoscere la violenza di genere.
    3. Incardinamento delle operatrici che gestiscono il Servizio SOStegno Donna nei ruoli previsti dalla Azienda ospedaliera.
  1. RETE: gli interventi vanno progettati in maniera condivisa e concertata tra tutti gli attori del percorso di presa in carico (pubblici e privati).
  1. nodo di rete CHE GOVERNI L’INTERO PROCESSO - affinché la presa in carico delle donne che subiscono violenza, venga garantita in tutte le fasi e da tutti gli attori coinvolti, è necessario un soggetto che governi l’intero processo. È auspicabile che tale funzione sia in capo ad un soggetto del Terzo Settore, nel quadro dei Piani Regionali Antiviolenza.
  1. CODICE AD HOC: l’introduzione di un codice specifico all’interno del “minimum data set dei codici di Pronto Soccorso ministeriali”, che possa scomporre la generica descrizione “violenza altrui”, consentendo di rilevare con maggior precisione i casi specifici di violenza di genere. Appare di responsabilità delle politiche sanitarie nazionali definire l’introduzione di un codice ad hoc, relativo ai casi di violenza di genere, all’interno delle classificazioni già in uso nella nomenclatura delle diagnosi e delle procedure terapeutiche. Tale introduzione, oltre a garantire omogeneità nazionale, favorirebbe un monitoraggio e una raccolta dati confrontabili su tutto il territorio nazionale.

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