“SURVIVED. INDAGINE SUGLI ELEMENTI PREDITTIVI DELLA POVERTÀ EDUCATIVA”

 

Frequenza200, ideata e coordinata da WeWorld, è una rete di organizzazioni unite dall’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica attraverso un modello educativo fondato su culture, politiche e pratiche inclusive finalizzate a garantire il diritto allo studio e all’educazione.

Da questi intenti è nata l’idea del progetto “SURVIVED”: poter dimostrare che intervenendo precocemente durante la scuola primaria, si ottengono risultati che in prospettiva richiedono meno investimenti e minori interventi di contrasto all’abbandono scolastico e quindi alla povertà educativa.

A livello europeo è nota la terminologia di Early School Leavers che misura la parte di popolazione adulta in possesso di un titolo di studio basso; misurazione che non restituisce il percorso accidentato che ha portato il ragazzo e la ragazza a chiudere con il proprio percorso formativo e scolastico.

Se da una parte esistono le prove INVALSI e sistemi di misurazione delle performances scolastiche, dall’altra non si misurano le situazioni emotive ed affettive che concorrono al successo o all’insuccesso a tutto tondo, non solo scolastico. Ci sono storie famigliari, culture di provenienza, fatiche di vita, che le misurazioni non riescono a intercettare, e che creano un sommerso, che diventa necessario da analizzare.

“SURVIVED. Indagine sugli elementi predittivi della povertà educativa”, avviato nel 2015 a Torino e a Milano con il coinvolgimento di ASAI e L’Impronta (partner progettuali) e gli Istituti Comprensivi Regio Parco di Torino e Ilaria Alpi di Milano (partner istituzionali e progettuali), era provare a dimostrare come l’intervento su aspetti emozionali e relazionali, in bambini e bambine di 9 anni, frequentanti le classi quarte della scuola primaria, potesse diventare elemento concreto di prevenzione della dispersione scolastica e della povertà educativa. In particolare, l’ipotesi di partenza è che alcune macro-condizioni siano predittive della dispersione scolastica e che quindi, agendo su di esse già a partire dalla scuola primaria, sia possibile ottenere un impatto più efficace sulla prevenzione dell’abbandono della scuola nella fascia d’età 6-10 anni.

Tali macro condizioni sono:

  1. le difficoltà di apprendimento
  2. le difficoltà di comportamento
  3. le difficoltà relazionali
  4. il contesto socioculturale e socioeconomico.

Per raggiungere gli obiettivi preposti è stato realizzato un percorso di ricerca-azione durante il quale sono stati sperimentatati specifici dispositivi pedagogici e relazionali, indirizzati a due gruppi di bambini iscritti al quarto anno della scuola primaria e ai rispettivi genitori. Una premessa imprescindibile per l’implementazione di queste azioni era l’esistenza di una reale collaborazione tra scuola e sua governance e soggetto attuatore del privato sociale, elemento peraltro già emerso in precedenti ricerche ed esperienze (cfr. le ricerche LOST e GHOST di WeWorld).

 

Il progetto di ricerca-azione si è sviluppato nell’arco di un anno scolastico, durante il quale sono state implementate diverse azioni progettuali, principalmente concentrate in ambito scolastico, intervallate da alcune rilevazioni quantitative e qualitative. L’obiettivo era quello di osservare i possibili cambiamenti innescati dalle azioni progettuali nelle classi interessate e in classi simili, per caratteristiche, ma non coinvolte (gruppi neutri). Solo infatti in questo modo è possibile accertarsi che i cambiamenti derivino dalle azioni messe in atto e non da altri fattori.

Le azioni progettuali sono state:

  • laboratori nei gruppi-classe
  • mediazione familiare
  • tutoring ai genitori volto al sostegno della figura genitoriale nell’esercizio del proprio ruolo educativo
  • supervisione da parte del coordinatore-tutor
  • eventi di condivisione tra minori, famiglie, docenti mirati alla socializzazione
  • affiancamento ai docenti e operatori volto al rafforzamento di competenze didattiche alternative.

Le rilevazioni quali-quantitative effettuate nell’arco del Progetto dimostrano l’efficacia delle azioni progettuali messe in atto nell’arco dell’anno scolastico, evidenziando un impatto positivo sul profitto scolastico dei bambini.

 

Pertanto in assenza di un intervento che affronti le carenze educative e relazionali create dalle condizioni predittive della povertà educativa, i bambini in condizioni di povertà educativa accumuleranno sempre più il divario con gli altri bambini, rischiando così di abbandonare la scuola.

Tra i risultati più interessanti, si è potuto osservare:

  • Un miglioramento delle competenze relazionali e dell’autostima dei bambini, con effetti positivi sul percorso scolastico.
  • Una maggiore partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei figli.
  • Una diversa modalità reciproca di interazione tra i vari attori (bambini e bambine/famiglie/insegnanti) che ha determinato un clima più rilassato all’interno della classe, ed in generale una condivisione degli obiettivi da parte di tutti.

 

Per una analisi sintetica del progetto SURVIVED si veda: https://www.weworld.it/scopri-weworld/ricerche-e-pubblicazioni/