Dopo Haiti, l'Uragano Matthew non si è fermato, ma ha continuato la sua corsa verso Cuba, dove ha causato numerosi e ingenti danni alla popolazione e al territorio.

La nostra rappresentante paese, Lilli Marinello, ci disegna un quadro tragico del passaggio dell’uragano sull'isola cubana, che ancora non aveva dimenticato Sandy del vicinissimo 2012.

 

 “... He despertado en el ojo del ciclón, tengo millones de agujeros en el alma, por eso canto, arena, roca que luego es multitud del agua buena….”*

Silvio Rodriguez, Causas y azares

Dopo essere passato per Haiti, l’uragano Matthew ha attraversato Cuba lo scorso 4 ottobre, entrando dalla costa Sud della Provincia di Guantanamo quando ormai aveva raggiunto la categoria 4, la penultima nella scala di classificazione dell’intensità di un uragano.

Anche a Cuba, ha lasciato dietro di sé una lunga serie di danni e di vittime, di cui il bilancio è ancora provvisorio.

Memore dell’esperienza dell’uragano Sandy del 2012 e forte dello spirito di comunità che caratterizza la popolazione cubana e che si attiva immediatamente anche nei momenti di maggiore difficoltà come questo,  Cuba si è preparata all’arrivo dell’uragano.

Le provincie centro orientali sono state allertate e piú di 317.000 persone sono state trasferite ai Centri di evacuazione, con il coordinamento della Protezione Civile.

Le massime autorità del Governo e la società civile sono sempre state presenti e hanno lavorato intensamente perché si potesse tornare presto alla normalità, anche nei luoghi maggiormente colpiti.

Ancora una volta la grande solidarietà dei cubani e delle cubane ha fatto la sua parte, infatti sono migliaia le persone sfollate che hanno potuto trovare rifugio presso familiari e amici.

Nonostante questo, il bilancio dei danni è pesantissimo: nella regione orientale dell’isola sono 4 le località che hanno subito i maggiori danni, il 90 e in alcuni casi anche il 100% delle abitazioni sono state distrutte, 365.602 persone hanno perso tutto. Le scuole, i dipartimenti sanitari, gli alberghi, le strutture turistiche, le imprese e le cooperative hanno subito danni incalcolabili.

 La bella città di Baracoa, la prima ad essere stata fondata sull’isola e diventata negli ultimi anni meta turistica per la sua storia e il suo meraviglioso paesaggio naturale, è stata completamente distrutta dalla potenza delle onde e dalla violenza dei venti dell’uragano che hanno raggiunto i 220 km/h.

Le città di Maisí, Imias e San Antonio del Sur sono rimaste irraggiungibili per giorni, e anch’esse hanno registrato enormi danni ambientali.

Sono circa 74.000  le persone che ancora non possono tornare alle proprie abitazioni, mentre chi è riuscito a tornare, non ha più nulla, ha perso i pochi beni e i ricordi di tutta una vita che aveva e si è trovato faccia a faccia con la distruzione.

La già povera economia cubana si trova a dover fare i conti con danni ingenti; ci vorranno dai 5 ai 7 anni per recuperare completamente le produzioni agricole tipiche della zona: il caffé, il cocco ed il cacao. Almeno un paio d’anni, invece, per ristabilire le strutture turistiche di una delle zone piú caratteristiche e visitate dell’isola.

Le istituzioni, insieme alle associazioni culturali e musicali, si sono già attivate, anche con mezzi improvvisati, per portare sostegno, solidarietà e qualche momento di allegria a chi ha perso praticamente tutto. La forza di Cuba, dei cubani e delle cubane, è propria questa, creare “un’uragano di solidarietà” per affrontare insieme la ricostruzione.  

Anche a noi spetta unirci a chi lotta per la vita, difendendola di fronte a qualsiasi pericolo, aiutando a tornare a casa chi ha perso tutto, dalla casa alla scuola, dal piccolo orto familiare alle piantagioni di cocco, ma nonostante questo conserva la forza e la capacità di lottare, e di  ricostruire , ancora una volta, la propria vita e il proprio paese.

Lilli Marinello

* “...mi sono svegliato nell’occhio dell’uragano, ho milioni di buchi nell’anima, e per questo canto, sabbia, roccia che poi diventa moltitudine dell’acqua buona...”

Silvio Rodriguez è uno dei maggiori rappresentanti della musica cubana e latino americana. Con la musica, i cubani esorcizzano le difficoltà e le tragedie come quella dell'uragano, consapevoli che fanno parte, inevitabilmente, della storia dei paesi caraibici. 

 

Siamo presenti a Cuba dal 1993 con programmi di aiuto umanitario e di sostegno alla produzione agricola per garantire la sicurezza alimentare, in particolare della regione occidentale dell’isola e con progetti di sviluppo economico e locale per contribuire allo sviluppo di una gestione urbana integrata, partecipativa e creativa della città di Holguin.

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