A BOLOGNA IL PUNTO SULL’AGENDA TERRITORIALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE.


La Onlus chiama a raccolta a Bologna i principali soggetti pubblici e attori del non profit, della ricerca e del business che stanno costruendo nuovi modelli di cooperazione per fare il punto e trovare soluzioni in vista dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030.

Fare il punto sull’agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile, trovare nuove soluzioni e stimolare una nuova leadership, multicentrica e multi-attoriale, capace di costruire consenso e partecipazione: con questi obiettivi si è tenuto oggi presso il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna - l’incontro “Verso un’agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile” che abbiamo organizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

L’incontro chiama a raccolta soggetti - istituzioni, protagonisti del mondo non profit e aziende - che in modo pionieristico stanno costruendo nuovi modelli e forme di cooperazione e di collaborazione, eliminando i confini tra globale e locale. Realtà che, sul territorio emiliano, sono capaci di facilitare l’aggregazione e la collaborazione tra società civile, attori pubblici, imprese e università, contribuendo alla realizzazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

L'apertura della giornata ha visto i saluti istituzionali di Marco Chiesara, nostro Presidente, seguito da Monsignor Zuppi, Arcivescovo di Bologna, e un'introduzione al tema sull'Agenda Nazionale di Pierluigi Stefanini, Presidente ASviS e Unipol.

A seguire il dibattito si è sviluppato su due panel moderati da Stefano Arduini, Direttore di Vita: Attori ed Esperienze dello Sviluppo Globale e Locale con interventi di Mirella Orlandi, Coordinatrice Settore Cooperazione Internazionale e progetto Shaping Fair Cities, Regione Emilia-Romagna, Dina Taddia, nostra Consigliera Delegata, Alessandra Scagliarini, Prorettrice per le Relazioni Internazionali, Università di Bologna; Il Ruolo delle Imprese per un'Agenda Sostenibile con contributi di Chiara Faenza, Responsabile Sostenibilità e Innovazione Valori Coop Italia, Chiara Nasi, Presidente CIRFOOD e Daniele Ravaglia, Direttore Generale EmilBanca.

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Attuare l’Agenda 2030 è una responsabilità primaria per le amministrazioni locali, le organizzazioni della società civile, le imprese: la capacità dei nostri territori di coinvolgere attori pubblici e privati del non profit, della ricerca e del business attorno agli stessi obiettivi è stata negli anni - in molte regioni come proprio in Emilia-Romagna - il motore di innovazione sociale e crescita solidale, stimolando obiettivi nazionali ed internazionali e promuovendo il modello di cooperazione decentrata.

L’Italia ha svolto un ruolo importante nella crescita della cooperazione internazionale attraverso gli attori della società civile, che fin dagli anni ‘60 del secolo scorso hanno promosso progetti di cooperazione ed aiuto umanitario. Attori che, con la recente legge 125 sul sistema di cooperazione italiano, si arricchiscono di nuovi protagonisti provenienti da più ampi settori che sempre più spesso instaurano collaborazioni pubblico-privato, coinvolgendo il settore non profit e le imprese per l’attuazione di iniziative in grado di rispondere alle sfide complesse che lo sviluppo sostenibile richiede.  

Le regioni e le città possono diventare un laboratorio di sviluppo economico, di innovazione tecnologica, di cultura e di creatività, per via delle continue sfide a cui vanno incontro. Sfide che nascondono grandi opportunità in grado di rilanciare politiche a sostegno della collettività, combattendo le crescenti disuguaglianze, i problemi legati all’inquinamento delle aree urbane, gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità.

Il Presidente Marco Chiesara ha dichiarato: “Siamo ad una svolta, un nuovo paradigma di sviluppo fondato sulla sostenibilità sociale, ambientale ed economica è invocato da cittadini e amministratori locali per territori più inclusivi, da governi nazionali ed internazionali per garantire pace, stabilità e sviluppo. L’Agenda 2030 ci offre un’opportunità che mai prima ci era stata consegnata: 193 paesi si accordano sugli obiettivi comuni di sviluppo dove la crescita si compone nel rispetto dei diritti umani ed ambientali per un nuovo umanesimo ecologico. Come soggetto unico possiamo far sentire la nostra voce in modo più autorevole, agendo in modo ancora più efficace per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030: siamo qui oggi con importanti attori pubblici e privati profit e non profit nazionali, regionali e locali, con la convinzione che solo insieme potremo realizzare l’Universalità dell’agenda 2030”.

Dina Taddia, Consigliera Delegata, ha concluso: “Oggi ci lasciamo con un duplice impegno: da un lato serve aumentare l’informazione, la consapevolezza e la partecipazione della cittadinanza, senza esclusione di gruppi, con particolare attenzione ai più fragili ed isolati. Dall’altro serve avere come obiettivo la coerenza delle politiche e delle azioni. L’Agenda 2030 ci chiede di superare l’approccio “a silos” e di lavorare trasversalmente in termini di tematiche, attori, dimensioni e territori. Noi siamo pronti a confrontarci, siamo a disposizione per offrire informazioni sugli effetti di tali politiche e pratiche con ricerche ed analisi, chiedendo a noi e ai nostri interlocutori azioni per migliorare gli impatti in coerenza con l’Agenda 2030”.

L’evento ha visto il patrocinio del Comune di Bologna, di Sostenibilità è Bologna e dell’Università ALMA Mater ed è promosso dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del progetto Shaping Fair Cities cofinanziato dall’Unione Europea.